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lavoro femminile

Come reinventare un servizio e focalizzarlo

Autore: Roberto Zaretti

lavoro femminile

Lo abbiamo già fatto in passato. Con l’articolo di oggi torniamo sull’argomento, questa volta con un taglio diverso.

Parliamo dell’universo femminile, non solo per individuare attività rivolte al gentil sesso – trovi un articolo che ne parla a questo link – ma proprio per inventare, o magari reinventare, un business esistente focalizzandolo non più in maniera generica, ma specificatamente sulle donne.

Qualsiasi esperto di marketing potrà confermarvi che, specie in questo periodo di congiuntura economica, le attività vincenti sono quelle che puntano in maniera specifica a una nicchia di mercato, non al mercato intero. Un esempio possiamo prenderlo nel settore della ristorazione. I ristoranti generici arrancano, quelli specializzati (all you can eat, etnico, vegano ecc.) molto spesso funzionano.

Sta prendendo piede, specialmente all’estero, la tendenza a reinventare lavori esistenti da sempre (trasporti, editoria, turismo, prodotti alimentari) pensandoli per un utenza specifica, nel nostro caso quella femminile (maggiormente ricettiva rispetto a quella maschile, e che tra l’altro per oltre l’80% dei casi gestisce il bilancio e le finanze familiari).

In pratica si tagliano prodotti e servizi unicamente per le donne, escludendo il mondo maschile.

Se questo apparentemente potrebbe sembrare un assurdità, considerato che almeno da un punto di vista numerico si va ad eliminare una buona fetta di potenziali clienti, non lo è da quello della percezione del valore. In sostanza, più un’attività è focalizzata su un target specifico, più viene percepita di livello qualitativo elevato. Da cui il concetto di nicchia, su cui esiste parecchia letteratura.

Vediamo qualche esempio.

In Inghilterra, ma anche in qualche città italiana (Milano, Bologna, Napoli, per citarne alcune) ci si sta muovendo in questa direzione. Qualcuno ha pensato di acquistare un taxi, o più di uno, (avete presente i famosi veicoli inglesi, presenti in qualsiasi film ambientato a Londra?), di verniciarlo di rosa, di mettere una donna alla guida, magari esperta di arti marziali, e di convertire un servizio vecchio quanto il mondo in uno dedicato esclusivamente alle donne.

Attenzione, non si tratta semplicemente di rifare il lifting a una vettura dandogli un colore diverso: l’intero servizio è pensato per l’utenza femminile. Dalla dotazione di bordo al fatto che la taxista (donna) telefoni alla cliente una volta arrivata sotto casa, in modo da non costringerla ad attendere in strada. Una volta a destinazione si ferma ad attendere che entri in casa prima di andarsene, e magari aspetta la telefonata dalla cliente a conferma che sia tutto a posto. Servizi innovativi, che innescano il passa parola sui social media, linfa vitale per qualsiasi business.

Le tariffe notturne sono scontate, rispetto alle tariffe di altri taxi nella stessa fascia oraria. Insomma, piccoli accorgimenti e strategie che forniscono una nuova veste a un servizio che esiste da sempre, andando a proporre qualcosa che il mercato recepisce come innovativo (e che per certi versi lo è davvero).

Stesso concetto, ambito diverso. Il turismo. Su DottorFranchising abbiamo parlato più volte di turismo di nicchia, di specializzazione (trovi un articolo a questo LINK). Ebbene, anche la specializzazione a un target esclusivamente femminile si inserisce in tale contesto.

Sono molte le donne in viaggio per lavoro. Si stima che la percentuale sia ormai prossima al 50% dell’utenza. Le donne però necessitano di  maggiore attenzione in materia di privacy, di sicurezza, di prodotti cosmetici, di alimentazione, e più in generale di servizi.

Ecco perché un’accoglienza turistica focalizzata su un’utenza femminile può fare la differenza, anche se apparentemente si va a rinunciare a una parte consistente di target (quella maschile).

Eccovi un hotel svizzero pensato per le donne, e successivamente aperto anche agli uomini mantenendo però separate le due utenze, che soggiornano su piani diversi dell’hotel. LINK.

Potremmo poi parlare di servizi turistici veri e propri, pensati solo per le donne. Agenzie di viaggio, virtuali e non, che si sono specializzate in tale settore, e che favoriscono l’aggregazione femminile. Sono nati anche blog tematici, riservati alle donne, come ad esempio quello di Marina Misiti, Donne con la Valigia, che potete trovare a questo LINK.

Che dire poi delle spiagge riservate alle donne, con parrucchieri ed estetisti sempre a disposizione. Ne esiste una a Riccione, ma anche in altre zone d’Italia. Ciò che un tempo serviva a dividere (le spiagge separate sono un retaggio del dopoguerra italiano, e ne esistono ancora concepite secondo tale scopo repressivo) ora diventa un business.

Vogliamo parlare dei centri fitness, ristrutturati per accogliere solo le donne, o comunque con reparti rigorosamente suddivisi? Attenzione, lo ripetiamo: non si tratta di tirare su un muro per fare business, bensì di offrire servizi differenti, tagliati sulla base dei gusti e delle esigenze del gentil sesso.

C’è anche chi si è inventato il noleggio di borse firmate. Borse da 5000 Euro, che spesso vengono usate per una serata di gala e poi finiscono nell’armadio. Poterle noleggiare per una sera fa tendenza, e contemporaneamente assolve all’esigenza di essere glamour senza svenarsi. Ecco chi ci ha pensato. LINK.

Ma potremmo parlare di libri, riviste, mezzi di trasporto, agenzie immobiliari, sale da the, prodotti finanziari, e più in generale di qualsiasi attività ristrutturata e pensata ad uso esclusivo dell’universo femminile.

Perché non pensarci? Perché non convertire un’attività che arranca in qualcosa di più focalizzato, di più mirato?

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