Dom. Apr 14th, 2024

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Cannabis Light: il Ministero approva!

3 min read

Buone notizie per chi investe nel business dell’Erba legale

Author: Annamaria Cardinali

“- …derivate da varietà ammesse, iscritte nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole;
– con un contenuto di Thc non superiore ai livelli previsti dalla normativa di cui sopra;
– che non contengano sostanze dichiarate dannose per la salute.”

 

Sappiamo cosa state pensando: ancora con la cannabis light?

È ancora il business più trendy del momento, con un fatturato che cresce mentre scriviamo, e che – scommettiamo? –  continuerà a crescere ancora quando avrete letto l’articolo.

I periodi virgolettati qui sopra provengono dalla circolare emessa, solo una manciata di giorni fa, dal Ministero delle Politiche Agricole, coperta dal polverone politico ed istituzionale dei giorni passati e per questo, probabilmente, sfuggita ai più.

Con la circolare dello scorso 24 maggio, il Ministero per l’Agricoltura contribuisce a far luce sul discorso fumoso della commercializzazione delle infiorescenze di canapa light, legale dal 14 gennaio 2017 per effetto della legge 242/2016, che sancisce la liceità della coltivazione e della vendita di marijuana light, quella il cui contenuto di thc è compreso tra lo 0,2 e lo 0,6%.

I tre punti a inizio pagina sono tratti dalla suddetta circolare e chiariscono, con una serie di limitazioni, quali caratteristiche deve possedere il prodotto in questione per essere coltivato e commercializzato.

Segue, questa circolare, la crescita esponenziale del business della marijuana light, che ha avuto inizio poco più di un anno fa e che ha già fatto registrare numeri da capogiro (ne abbiamo parlato diffusamente in questo articolo).

Ma soprattutto arriva in risposta ai dubbi manifestati da chi aveva voglia di entrare nel giro, aprendo un punto vendita o coltivando la canapa, dubbi che si sommavano alle incertezze riguardanti la destinazione d’uso, soprattutto in occasione di certi accadimenti, come la vicenda di un giovane fermato a Torino perché aveva con sé della cannabis legale, evento che, insieme ad altri, ha contribuito a disorientare acquirenti e commercianti.

Comunque, insieme ad altre notizie più rassicuranti, arrivano i dati sulla crescita ulteriore del fenomeno, accompagnati dal benestare della legge in vigore e della circolare che, di fatto, benedicono – almeno per il momento – il business della cannabis light in Italia.

A detta de Il Manifesto, quello della marijuana light è un fenomeno mediatico, culturale e soprattutto economico. È mediatico, in effetti, se pensiamo alla mole di articoli, di post social (anche di politici) e di servizi tv (non ultimo quello de Le Iene) in circolazione nell’ultimo anno, volti a spiegare, chiarire, promuovere o criticare lo sviluppo commerciale del prodotto.

È anche culturale, perché coincide con alcune idee politiche, collide con altre, interessa ad alcuni (gli over 30, i nostalgici “freak”, quelli che si oppongono al mercato illegale e quelli che all’uso degli antidolorifici e dei calmanti preferiscono l’effetto rilassante del cbd, ma anche gli anziani e gli affetti da malattie croniche o invalidanti) e non interessa ad altri (quasi tutti i più giovani).

Ed è soprattutto economico, perché si parla già di 1000 nuove aziende agricole e commerciali sorte intorno al neonato ma già fortunatissimo business, con un indotto conseguentemente forte e la promessa di uno sviluppo inarrestabile.

Restano comunque insoluti i dubbi riguardanti i provvedimenti che il nuovo governo giallo-verde potrebbe adottare in materia, essendo le due coalizioni agli antipodi in materia di legalizzazione della cannabis fuorilegge.

È comunque indubbio che la crescita di questo business (che speriamo abbia lunga vita, soprattutto per gli investitori!) rappresenti un esempio positivo per l’attività economica del Paese, e che per questo non avrebbe senso porre fine al suo sviluppo abrogando la legge che ne ha consentito l’avvio.

Riguardo l’affidabilità dei franchisor dedicati, non si può emettere un giudizio univoco. Resta necessario l’intervento di un esperto che sappia analizzare l’offerta di franchising.

Trovate il testo intero della circolare del Ministero cliccando qui. Per la normativa (incluso il “catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole”, citato nella circolare) cliccare qui. Per una consulenza su affiliazioni franchising e avvio attività, cliccare qui.

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