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Negozi alla Spina: si può fare

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negozi alla spina

Negozi alla spina: buona opportunità di business

negozi alla spina

Autore: Roberto Zaretti

Negozi alla spina, corner, punti vendita dove gli imballaggi sono banditi. Non si tratta di una novità. Ormai da qualche anno si stanno sviluppando e stanno prendendo piede tali realtà, definite anche negozio leggero. Anche in questo caso, come per altri settori, la crisi economica è riuscita a far rivivere usanze e modalità di commercio un tempo all’ordine del giorno.

Sono costantemente in aumento le persone che effettuano acquisti nei negozi alla spina. E non si tratta più di soli detersivi, forse il primo prodotto che ha subito tale trasformazione commerciale, ma anche di pasta, vino, olio, birra, latte, caffè, cibi secchi per animali ecc.
A ben vedere, sono pochi i prodotti che non si prestano a tale forma di commercializzazione.

Ma quali sono i vantaggi per il consumatore? Sostanzialmente due, anche se spesso il secondo non viene recepito.

  1. Il prezzo. Il risparmio, dovuto non solo all’eliminazione degli imballaggi ma anche al taglio dei costi di trasporto e all’assenza di marca, può raggiungere punte del 50% e oltre rispetto a prodotti analoghi presenti presso la grande distribuzione. Non per nulla anche la GDO si è organizzata in tal senso, proponendo tale formula all’interno dei propri centri commerciali.
  2. La qualità. Spesso si tratta di prodotti locali, che non hanno attraversato il mondo per arrivare sugli scaffali. Si pensi ai distributori di latte, alimentati quotidianamente dalle aziende produttrici. Tale aspetto tuttavia non sempre è recepito. Se i prodotti sono esposti male, o non viene curata l’igiene a dovere, il messaggio che passa è “costa meno, quindi vale meno”.

Naturalmente l’ambiente trae un gran vantaggio dall’assenza di imballaggi da smaltire. Quindi, i negozi alla spina per certi versi svolgono anche una funziona sociale, aspetto sempre più recepito dalla gente, che contribuisce quindi a veicolare gli acquisti verso tale forma di commercio.

Come funzionano i negozi alla spina? Con la vecchia vendita a peso, come avveniva nelle botteghe dei nostri nonni. I prodotti sono caricati in appositi dispenser (vasi di vetro, botti di legno, contenitori vari a seconda di ciò che devono contenere) e il consumatore ha la possibilità di spillarne la quantità desiderata, pagando proprio in funzione di quanto preleva. I recipienti vengono portati da casa, ma possono essere acquistati direttamente sul posto. Inutile dire che sono anch’essi biodegradabili, altrimenti non avrebbe senso.

Una volta effettuato il prelievo si applica l’etichetta stampata in automatico dalla macchina erogatrice, come avviene da anni per frutta e verdura al supermercato, e si passa alla cassa. Economico, pratico e soprattutto senza rifiuti inutili da gestire a casa.

Come aprire un negozio alla spina? Quanto costa? Quanto rende?

Non si tratta di un investimento proibitivo, in quanto le superfici richieste sono minime. Un locale di 50 mq è sufficiente. Non sono necessari neppure arredi particolari, che non siano naturalmente i contenitori e un banco per la cassa. Paradossalmente, i negozi alla spina vengono apprezzati proprio per la loro spartanità, che comunica risparmio e gestione familiare. A condizione che questo non vada a discapito dell’igiene, naturalmente. Un locale un poco più grande, 80-100 mq, serve laddove si intenda commercializzare vino, olio, aceto, liquori, e sia quindi necessario prevedere botti di stoccaggio.

Ci sono alcuni punti essenziali che determinano il successo dei negozi alla spina:

  • la presenza di qualcuno che aiuti le persone nelle operazioni necessarie e che fornisca loro dei consigli;
  • la possibilità di provare gli alimenti (se di alimenti si tratta) prima di effettuare l’acquisto.

Importante pure prevedere una zona regali, ove creare cesti o comunque proporre un confezionamento opportuno, pensieri sempre molto apprezzati da chi li riceve.

Il punto vendita ideale prevede quindi due persone, una alla cassa e una che aiuti e consigli la gente. All’occorrenza, in presenza di piccole realtà, una persona sola può occuparsi di tutto. Più articolata è invece l’esigenza per la mescita di vini e liquori, ove serva spillare da grandi botti e sia quindi necessario supportare l’acquirente ogni volta.

Un aspetto che consente di contenere i costi è anche l’ubicazione dell’esercizio. Se da una parte la presenza in un centro commerciale potrebbe essere interessante, sempre che non sia lo stesso supermercato a fornire tale servizio, molto spesso a ottenere buoni risultati sono anche i negozi alla spina semi centrali, a condizione che abbiano un posteggio e un facile accesso. Quindi, abbattimento dei costi d’affitto.

I negozi alla spina hanno costi di avviamento inferiori rispetto a quelli tradizionali, come abbiamo visto. Possiamo ipotizzare circa 30.000 Euro, merce compresa, per poter aprire un negozio di detersivi, alimentari, o comunque prodotti che non richiedano superfici oltre i 50 mq. Si tenga presente tuttavia che i ricarichi maggiori sono olii, aceti e vini ad averli, spesso oltre il 100%, contro il 30% circa sugli alimentari e 50% sui detersivi.

Il fatturato a regime di un piccolo negozio alla spina in zona semicentrale, che rivenda alimentari o detersivi, è ipotizzabile in circa 500 Euro al giorno, di cui mediamente il 40% di ricavo. Non male.

Altro vantaggio dei negozi alla spina è la viralità del passa parola, che abbrevia di molto i tempi per arrivare al ritorno dell’investimento, valutato comunque in un paio di anni. Una buona inaugurazione con omaggi e tessere sconto è caldamente auspicabile per cominciare a fidelizzare i primi clienti.

Poteva il franchising restare alla finestra e non entrare nel business dei negozi alla spina? Naturalmente no.
Ecco quindi che proposte in tal senso sono nate negli ultimi anni e sono fruibili. In questo caso molto spesso sia la merce sia l’allestimento del negozio (contenitori compresi) sono forniti dall’affiliante, il che significa minor problemi organizzativi in tal senso. Il rovescio della medaglia sono i costi che, come è ovvio, nel caso del franchising lievitano.

Ultimo aspetto da valutare attentamente: i negozi alla spina piacciono alle amministrazioni locali, perché incentivano il commercio delle realtà produttive locali (fattorie, allevatori ecc.) e nello stesso tempo contribuiscono ad abbattere lo smaltimento dei rifiuti, la cui quota prevalente, sarà bene ricordarlo, è proprio riconducibile all’imballaggio dei prodotti. Questo si traduce in incentivi economici, a volte veri e propri finanziamenti da parte delle amministrazioni regionali. Consultare la propria regione per notizie a riguardo.

Per i finanziamenti consultate anche il sito di Invitalia. Lo trovate QUI.

Che dire? Il commercio al dettaglio sembra andare in questa direzione. Laddove si riesca a coniugare convenienza, qualità, servizio al cliente e igiene, quello dei negozi alla spina è indubbiamente un settore da prendere in considerazione, in grado di offrire un valido sbocco lavorativo e un reddito di tutto rispetto.

Hai mai acquistato prodotti alla spina? Cosa ne pensi? Gestisci uno o più negozi alla spina? Scrivi qui sotto come si chiama, dove si trova e cosa offri. Ti servirà come pubblicità gratuita su DottorFranchising.

12 thoughts on “Negozi alla Spina: si può fare

  1. Buongiorno avrei bisogno di prendere contatti per un eventuale apertura di un negozio alla spina di olio e aceto
    Grazie

    1. Ciao Francesca, al momento il servizio di consulenza individuale e’ sospeso perchè non possiamo accettare ulteriori incarichi. Ti consiglio di rivolgerti a un consulente franchising che potrai trovare sui siti delle associazioni di settore (assofranchising e FIF)

  2. Salve , quali franchising ci sono in questo settore ? Non ne trovo sul web grazie

    Mi rispondete alla mia mail per favore .

    Saluti

  3. Salve
    sapreste consigliarmi una catena di franchising che si occupa di questa tipologia di attività

    1. Ti consiglio di rivolgerti direttamente ai franchisor che propongono affiliazioni in questo settore.

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