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Lavoro Turismo: come Avviare un’Attività Vincente

4 min read
lavoro turismo

Lavoro turismo. Un sogno realizzabile.

lavoro turismo

Autore: Roberto Zaretti

Lavoro Turismo. Il lavoro è in crisi, e il turismo pure. Le università sfornano laureati nel settore turistico destinati a rimanere disoccupati. Le aziende risparmiano sui viaggi di lavoro. Le camere degli alberghi sono vuote. Gli stabilimenti balneari pure. Uno scenario triste.
Davvero si può ancora pensare di avviare un’attività nel settore del turismo?

Eccome se si può. Basta guardare le cose da un punto di vista diverso. E darsi da fare.

Nell’articolo di oggi non ci occuperemo di come trovare lavoro nel settore del turismo, bensì di come inventarsene uno con pochi spiccioli. Non per nulla la rubrica si chiama “inventarsi un lavoro”. Vi interessa? Partiamo.

Il turismo è in crisi? Si, se pensiamo agli hotel, ai tradizionali pacchetti vacanza, alla vecchia concezione generalizzata di vacanza. Tutt’altro, se parliamo di turismo di nicchia, di eventi culturali ed artistici, di itinerari enogastronomici, di turismo religioso, di manifestazioni sportive.

Questi settori non solo non risentono della crisi, ma la cavalcano alla grande, crescendo costantemente. Proprio in questa nicchia lavoro e turismo possono convivere, e proprio in questa nicchia è necessario concentrare le proprie attenzioni. Vediamo come.

Itinerari culturali locali: vivi in una zona dove  esiste una qualche attrazione turistica, anche di second’ordine? (parchi a tema, orridi, località dove in passato sia accaduto qualcosa di rilevante, dove sia stato ambientato un film, dove abbia vissuto un personaggio famoso).
Perché non inventarsi un itinerario culturale, con tanto di sosta pranzo in un agriturismo convenzionato e souvenir ricordo? Perché non creare un blog, tradurlo  e cominciare a pubblicizzarlo su motori di ricerca stranieri? E magari contattare qualche agenzia di viaggi all’estero, proponendo il pacchetto tutto compreso?

Itinerari sportivi: sei uno sportivo, o comunque un appassionato di qualche sport? Golf, arrampicata, rafting, sci alpino, mongolfiera, deltaplano, immersioni, e chi più ne ha più ne metta. Gli stranieri vengono in Italia anche per questo. Amano i nostri rifugi alpini, i fondali marini, gli scenari mozzafiato, la possibilità di coniugare sport e cultura. E soprattutto cercano qualcuno che li possa seguire, guidare, diventare amico. Anche in questo settore ci sono ampi margini per operare. Un po’ di inventiva, un pc, un blog per rimanere in contatto con i clienti. E si parte.

Itinerari enogastronomici: praticamente in ogni angolo d’Italia ci sono prodotti tipici, vini, formaggi, specialità gastronomiche. L’abbinamento vacanza-gastronomia è vincente. Anche in questo settore è possibile inventarsi pacchetti di un giorno, di una settimana o altro, che comprendano escursioni in posti dove nessuna agenzia di viaggi potrà mai arrivare, e che nessuno conosce meglio di chi ci vive.

Non ci vuole molto a mettere insieme qualche proposta, magari collaborando con la cooperativa vinicola del paese, con un agriturismo della zona, con qualche produttore locale. Non ci vuole molto per creare una brochure digitale, tradurla nella lingua di destinazione, cercare qualche agenzia in Russia e in Cina e spedirgliela.

Itinerari religiosi: altro settore in forte crescita. Non serve vivere a Lourdes o a Medjugorje per occuparsi di turismo religioso. L’Italia è piena di santuari, di ricorrenze religiose, di vie Crucis, di catacombe, di luoghi ove sono nati e hanno vissuto santi, papi, dogi, comunità religiose.

In Valle Antrona,  nel comprensorio dell’Ossola, nella località di Bordo,  in uno splendido scenario naturale, esiste una comunità buddista autonoma, un enclave in piena zona cattolica. Pochi la conoscono. Ecco il LINK.
Chissà quanti stranieri, buddisti o meno, pagherebbero qualsiasi cifra perché qualcuno andasse a prenderli all’aeroporto di Milano Malpensa e, in due ore, li portasse a fare meditazione in quel posto, occupandosi di tutto. Cosa stiamo aspettando?

Eventi: in Italia si tengono eventi di ogni tipo. Anche all’estero, certo, ma da noi ci sono attrazioni culturali e si mangia bene. Mettiamolo bene in evidenza. Perché non abbinare le cose? Perché non approfittare dell’Expo 2015 (ecco il LINK) che porterà migliaia di stranieri dalle nostre parti, e proporre loro qualcosa di alternativo? Un’escursione nelle cantine del Monferrato o dell’Oltrepò Pavese, nelle spa del Trentino alto Adige, nella zona franca di Livigno, sulla via dell’amore alle Cinque Terre.

Feste e sagre: ve ne sono a migliaia. A sfondo religioso, gastronomico, culturale, sportivo. Gli stranieri le adorano. Perché non censirle, almeno nella proprio zona, e preparare itinerari tutto compreso?

Insomma, lavoro e turismo è possibile, a condizione che si rispettino due elementi fondamentali: nicchia ed estero.

Nicchia: focalizzarsi sul proprio territorio, quello che si conosce bene, oppure sul proprio sport preferito, su quello che si sa fare e che si conosce. E soprattutto, che appassiona.

Estero: raggiungere i Paesi emergenti, quelli che sognano l’Italia da sempre: Russia, Cina, Giappone, Brasile, paesi del nord Europa. Allestire un blog, preparare delle brochure elettroniche tradotte nella lingua del Paese di destinazione (non basta l’inglese), quindi contattare le agenzie di viaggi straniere, le associazioni, i tour operator, le parrocchie, le comunità, insomma chiunque possa essere interessato a una simile proposta.

Questi sono solo alcuni spunti, ma spero che il concetto sia passato. Non servono grandi investimenti per organizzare l’ospitalità di persone che arrivano da lontano, che sognano l’Italia, che sarebbero ben liete di visitare ciò che noi abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni, e di cui spesso neppure ci accorgiamo.

Persone che cercano un viaggio organizzato, ma che rifuggono le grandi organizzazioni, preferendo la guida locale, l’amico di cui fidarsi, qualcuno che si occupi di loro per qualsiasi esigenza o imprevisto.

Diamoci da fare quindi. Non c’è crisi che tenga quando si è convinti di dove si voglia andare.

Pensi che potresti avviare una delle attività riportate nell’articolo nella zona dove vivi? Quale? Lo hai già fatto? Cosa ti serve per realizzare questo progetto? Cosa ti frena? Scrivi qui sotto.  

 

 

4 thoughts on “Lavoro Turismo: come Avviare un’Attività Vincente

  1. Buonasera,
    Sono una ragazza neolaureata in scienze del turismo e sto lavorando in un altro campo sia perché non ho trovato occupazione nel mondo del turismo sia per paura di lasciare il lavoro sicuro per qualcosa di incerto.
    Alla sera quando torno a casa navigo molto in Internet per la mia grandissima voglia di darmi da fare e di creare qualcosa di mio nel settore turistico.
    Abito in un posto stupendo sul lago di Como, che si potrebbe sfruttare tantissimo per expo 2015.
    Mi piacerebbe creare itinerari nel mio territorio, soprattutto enogastronomici.
    Ma non saprei da che parte cominciare e come si possa guadagnare su questo.
    Potreste darmi dei consigli per favore?

    Grazie mille
    Federica

    1. Benvenuta Federica
      proponi qualcosa che sia personalizzato per un tipo di utenza ben preciso. Per esempio, i cinesi prediligono ambienti, itinerari e supporti logistici in linea con le loro tradizioni. Potresti preparare un sito, meglio ancora un blog, dove presenti i tuoi servizi, e fare in modo che sia presente sui motori di ricerca o sui portali delle agenzie di viaggio cinesi (o comunque del Paese di riferimento). Ci sono studenti che per pochi euro potrebbero darti una mano, sia per l’indicizzazione che per la traduzione. Anche preparare dei depliant e distribuirli ad Expo potrebbe essere vincente, magari appoggiandosi a qualcuno che sia già presente con uno stand e che trovi la tua offerta interessante.
      Facci sapere. A presto

  2. Buongiorno
    Organizzando le vacanze e collaborando con agenzie di viaggio estere quanto si può guadagnare?? Creare pacchetti vacanze (tutto compreso) quanto potrei avere in % sulla somma totale??
    Grazie

    1. Ciao Tatiana, vediamo se qualche operatore del settore può rispondere. Considera però che questa è solo una delle domande da porre a un franchisor. L’analisi che devi fare deve essere ben più articolata e minuziosa

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