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Sigarette Elettroniche: Qualcosa si Muove

4 min read
franchising sigarette elettroniche

Eccoci nuovamente a parlare del fenomeno del momento. Le sigarette elettroniche stanno al franchising quanto Ruzzle sta al mondo delle App. Insomma, non si parla d’altro. Torniamo sull’argomento dunque, perché pare che qualcosa si stia muovendo in questo settore, e non si tratta di una prospettiva particolarmente positiva.

Solo settimana scorsa – a proposito, a quanti mi hanno chiesto se esiste un giorno fisso per l’uscita dei nuovi articoli sul blog rispondo si, è il lunedì – abbiamo trattato un’altra franchise particolarmente “calda”, quella dei compro oro. E confesso che per un attimo sono stato tentato di fare ciò che mi sono ripromesso di non fare mai, un bel copia e incolla da un articolo all’altro. Eh si, perché di analogie tra i due settori, apparentemente diversi, ce ne sono veramente molte.

Ma torniamo ai rumors (wordpress me lo sottolinea come errore, ma in realtà con tale termine si definiscono da sempre le voci che circolano in Borsa a proposito dei vari strumenti finanziari). Pare che a Bruxelles si siano messi in testa di regolamentare il settore, che sta crescendo in maniera esponenziale non solo in Italia ma a livello planetario. In che modo? Relegando il prodotto alle farmacie, almeno per quelle sigarette che prevedono un vaporizzatore di capacità superiore a due milligrammi, praticamente buona parte di quelle in commercio. Con buona pace per chi nel frattempo dovesse aver avviato franchise, punti vendita, corner e quant’altro.

E non è che a livello nazionale la mentalità sia diversa. I mancati introiti per i Monopoli dello Stato e per i tabaccai cominciano a farsi sentire, e se la ecigarette dovesse svilupparsi nei prossimi anni con la stessa virulenza che l’ha vista protagonista negli ultimi mesi, si tradurrebbero in un tracollo finanziario per l’erario e per gli operatori del tabacco in genere.

Ecco perché a pensar male si sbaglia, ma molto spesso ci si piglia. Un eventuale intervento legislativo a livello europeo non sarebbe certamente osteggiato dal governo nazionale, di qualunque colore fosse, e c’è da giurarci circa il fatto che, se per recepire le decisioni di Bruxelles gli Stati membri di solito impiegano anni, in tale circostanza si dimostrerebbero particolarmente celeri.

Un’altra mano concreta la daranno certamente le multinazionali del tabacco, che ormai da tempo stanno monitorando il fenomeno con statistiche e ricerche di mercato. Le sigarette elettroniche rischiano veramente di far crollare business milionari, e mi meraviglierei molto se tali compagnie ignorassero tale pericolo senza porre in essere una qualche iniziativa tesa a frenarne l’espansione.

In fondo alla filiera c’è il fumatore e la fumatrice, che probabilmente non perderanno il vizio del fumo, del resto non è questa la promessa della sigaretta elettronica, ma certamente metteranno mano al portafogli con meno frequenza, se è vero come è vero che per un fumatore di media entità si parla di un risparmio mensile che può superare il 50%.

Sia chiaro, una regolamentazione appare necessaria. Anche nell’interesse degli operatori del settore. Elettroniche o meno, anche queste sigarette hanno a che fare con la nicotina, sostanza comunque tossica per adulti e, soprattutto, minori. E qui si potrebbe aprire un altro argomento di conversazione: il fatto che i minori tendano a vedere la sigaretta elettronica come una specie di gioco, e come tale accessibile in maniera moralmente più lecita di quanto non sarebbe una sigaretta tradizionale.

Un ruolo fondamentale lo giocheranno anche i grandi laboratori di ricerca, che si pronunceranno (già lo fanno, periodicamente) sulla tossicità o meno di tali dispositivi. Nulla da eccepire si trattasse di organi indipendenti, mossi dal comune senso della salute pubblica.
Resta da capire quali siano quelli indipendenti e quali quelli “sponsorizzati” dalle major del tabacco.

Insomma, un mercato in forte espansione, anche troppo, e con molte nubi all’orizzonte. Ma è anche vero che questo è per autonomasia il destino di ogni nuovo business. “Ogni giudizio all’inizio era un pregiudizio. E’ diventato un giudizio a forza di pensarci sopra”. Così scriveva W. Goethe.

Il giudizio è sempre il solito. Questo si che potrei copiarlo e incollarlo da qualsiasi articolo, risparmiandomi di scriverlo ogni volta. Valutate ogni singolo aspetto della proposta in franchising relativa alle sigarette elettroniche, confrontatevi con aziende franchisor serie, che abbiano un’organizzazione e una struttura franchising collaudata, non improvvisata in pochi mesi solo per saltare in corsa sul treno del business del momento.

Sei un franchisor? Vuoi inserire un link della tua azienda in questo articolo? Guarda nel menu in alto, sotto Pubblicità/Firma un articolo.

Cosa pensi di questo articolo? Cosa pensi delle sigarette elettroniche? Le hai mai provate? Ti sei mai servito presso uno di questi negozi? Gestisci un negozio di questo tipo? Come ti trovi?

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Grazie per la tua collaborazione.

 

6 thoughts on “Sigarette Elettroniche: Qualcosa si Muove

  1. Buongiorno Roberto,
    prima di tutto Ti ringrazio per l’ampliamento delle mie conoscenze sul franchising che mi hai fornito tramite il Tuo blog, poi Ti faccio i miei complimenti perchè penso che sia fatto veramente molto bene. Scusami se non Ti ho mai dato feedback prima, il fatto è che penso di non avere niente da insegnarTi a riguardo.
    Per rispondere alle domande penso che l’articolo, come del resto anche gli altri che ho consultato, sia fatto veramente bene, chiaro e comprensibile per tutti.
    La sigaretta elettronica l’ho provata e mi sono recato in un negozio per acquistarla, la sto utilizzando e dopo 26 anni di fumo tradizionale, ora mi ritrovo ad usare solo quella con piena soddisfazione.
    E’ per questo motivo che mi è venuto in mente di aprire qualche negozio di questo tipo in franchising, ed ecco il perchè ho conosciuto il Tuo blog.
    Al momento non ho ancora aperto, sono nella fase decisionale che, come dici anche Tu, penso sia importantissima e che sia necessario dedicargli il tempo opportuno. Vedremo se deciderò di aprire o no, certo che questo articolo un po’ mi spegne l’entusiasmo.
    Nella speranza che il mio commento Ti possa essere utile a qualcosa, Ti auguro un buon lavoro e una buona continuazione.
    Cordiali saluti.
    Andrea

    1. Grazie del tuo contributo, Andrea. I commenti sono sempre importanti, perché servono al blogger per avere un ritorno circa le esigenze e le opinioni dei lettori.
      Naturalmente non è il mio scopo quello di spegnere l’entusiasmo verso chi si avvicina al franchising, tutt’altro visto che ci lavoro, ma mi sono ripromesso che questo blog non sarebbe stato il solito concentrato di pubblicità, come si vede spesso nel web, ma uno strumento utile a tutti. Purtroppo per dovere di completezza sono costretto a parlare anche degli aspetti negativi, oltre che di quelli positivi. So di inimicarmi qualche franchisor con tale politica, poco gratificante in termini economici, ma l’importante è che l’informazione sia completa e usufruibile da tutti.
      Ho preso nota del tuo nominativo e l’ho inserito nella lista degli affezionati, coloro cioè che interagiscono sul blog. A breve invierò a te e agli altri della lista l’omaggio promesso. A presto.

  2. Stavo per aprire un negozio ma ho rinunciato…nel tempo delle mie decisioni ne sono stati aperti ben tre a distanza di 400 mt l’uno dall’altro e praticamente ora i negozi sono vuoti…una giungla male organizzata

    1. Grazie anche a te, Carlo. In effetti stiamo assistendo a quanto già avvenuto per i compro oro. La gente agisce ad impulso, in base alla moda del momento, senza basi oggettive e senza una pianificazione accurata. Questo porterà inevitabilmente a una dura selezione. A sopravvivere saranno coloro che avranno ponderato bene la cosa, e che avranno alle spalle un franchisor serio e non un’azienda che si sia inventata un business nel giro di qualche mese.
      Ho inserito anche il tuo nome nella lista degli affezionati. Controlla la tua casella di posta nei prossimi giorni. Un caro saluto

  3. Buongiorno, Roberto.
    La ringrazio molto per tutte le informazioni che mi ha dato.
    Comunque, io ho valutato bene discorso del franchising…e ci ho rinunciato!
    Purtroppo non dispongo di una solidità economica tale che mi consente di rischiare.
    E poi, avevo già da un pò dedotto che lo Stato non se ne starebbe stato fermo lì a guardare la gente che dà i suoi soldi ad altri!
    Avevo anche già sentito che la nicotina sopra i 2 mg. sarebbe stata presto venduta dalle farmacie, per garantire gli introiti allo Stato.
    Pertanto, anche se mi dispiace molto, secondo me, non è il caso di investire in questo settore.
    Grazie infinite per tutti gli accorgimenti che mi ha dato fino ad ora, che mi hanno permesso di giudicare in consapevolezza cos’era meglio per me!

    1. Buongiorno Carmen
      se posso darti un altro consiglio, questa volta non da consulente franchising ma da life coach, non rinunciare al tuo sogno di avere un giorno una tua attività. Coltivalo giorno dopo giorno. Pianifica i tuoi obiettivi. Ci sono altri settori che potrebbero fare al caso tuo e su cui puntarci il futuro. Magari non nell’imminente. Vedrai che prima o poi l’occasione si presenterà.
      Un caro saluto.

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