Franchising Compro Oro: quanto costa aprirlo?
5 min readSe persino la stampa internazionale si è di recente occupata del fenomeno dei compro oro italiani, vuol proprio dire che questo franchising merita di essere preso in considerazione frequentemente su un blog che si occupa di affiliazioni commerciali.
Negli articoli precedenti riguardanti i franchising compro oro, abbiamo trattato argomenti come la crisi economica e la poca trasparenza di alcuni operatori. Per tali argomenti vi rimando ai post correlati.
In questo articolo parliamo del franchising compro oro da un punto di vista prettamente di business. Andremo a valutare quanto può costare avviare un’attività di questo tipo, quali sono i rischi a cui si potrebbe andare incontro e quali sono le prospettive nel breve/lungo termine.
Partiamo dall’inizio: i costi. E’ opinione comune che per aprire un negozio compro oro non serva un grande investimento. Tale approccio è avvalorato dai costi di affiliazione, che si collocano nella fascia medio/bassa degli investimenti franchising (stiamo parlando di circa 20.000 Euro tra affiliazione e allestimento del negozio) e dal fatto che non servano grandi superfici espositive e operative, al contrario: trenta metri quadri in zona strategica potrebbero essere sufficienti.
Tuttavia, c’è un aspetto che molti non considerano: il denaro necessario per acquistare la merce.
Pur senza pensare di lanciarsi nel mondo delle pietre preziose, per acquistare oro e argento servono capitali liquidi, di cui è necessario disporre. Quanto capitale? Non meno di 10/15.000 Euro. Ecco che la disponibilità complessiva per investire in un franchising compro oro arriva ad essere di circa 35.000 Euro, ma può spingersi oltre.
Il primo aspetto da tenere ben presente è pertanto il fatto che, se in un franchising di vendita al dettaglio molto spesso la fee di ingresso include anche una prima fornitura di merce (oppure si tratta di una fornitura in conto vendita), per i compro oro è necessario disporre di un capitale iniziale destinato proprio a far partire l’impresa. Attenzione quindi a fare le corrette valutazioni.
Naturalmente, tali aspetti sono ben esplicitati dai franchisor ai potenziali affiliati (almeno da quelli seri). Ma per evitare di perdere tempo (e di farne perdere agli altri) e di indirizzarsi verso un settore come il compro oro soltanto perché sulle tabelle di comparazione con gli altri franchising appare conveniente, prendiamo bene in considerazione tale aspetto.
Un altro vantaggio del franchising compro oro è la relativa semplicità di trasmissione del know how tra franchisor e franchisee. Non servono particolari competenze per aprire un negozio compro oro, quindi il punto vendita diventa operativo ed efficace in tempi decisamente inferiori rispetto ad altre tipologie di franchising. Anche la struttura della rete franchising è decisamente più snella della media del settore, non necessitando di alcuni aspetti che tipicamente possono comportare problemi, come ad esempio la garanzia del prodotto e l’assistenza post vendita, aspetti che invece stanno falcidiando altre tipologie di franchising, come ad esempio quello delle energie rinnovabili e dei distributori automatici (ma questa è un’altra storia).
Come ulteriore peculiarità del franchising compro oro citiamo anche il rischio di impresa, per certi versi inferiore a quello di altre attività, per il fatto che non esiste merce da acquistare e immagazzinare preventivamente. Come abbiamo detto, serve un capitale per acquistare oro e argento, ma non lo devo interamente anticipare per avere una fornitura che mi produrrà un ritorno economico a distanza di mesi. Per di più, i tempi che trascorrono tra il momento in cui avviene l’acquisto a quello della vendita, e quindi dell’incasso, è generalmente inferiore rispetto ai normali tempi necessari per altre tipologie di attività commerciali.
Come sa bene chi frequenta questo blog, non ci limitiamo a evidenziare i pregi di una franchise, ma andiamo anche a valutare le pecche.
Vediamo quindi gli aspetti negativi dei franchising compro oro.
Il primo: ne abbiamo già parlato in un precedente articolo e lo citiamo nuovamente: è fondamentale affidarsi a un franchisor serio, trasparente, che possa dimostrare competenza e onestà. Questo vale per qualsiasi franchising, certamente, ma in particolare per i compro oro, stante la grande mole di denaro contante che circola e la facilità con cui si rischia di cadere nell’illecito, civile o penale che sia. Non è una novità che esista molto sommerso in questo settore. Inoltre, si veda l’articolo appositamente dedicato, pare che alcuni compro oro nasconderebbero meccanismi per il riciclaggio di denaro. Il consiglio è il solito: farsi affiancare da un valido consulente franchising.
Secondo aspetto da valutare con attenzione: l’enorme espansione di questo settore. Non c’è dubbio che la crisi economica e il business dei compro oro condividano una faccia della stessa medaglia, quindi verrebbe da pensare che, una volta ripartita l’economia, i compro oro ne risulterebbero penalizzati. In realtà, sia per il perdurare della situazione economica attuale sia perché in fondo la compravendita di pietre e metalli preziosi è sempre esistita (una volta si chiamava banco dei pegni), a ben vedere il problema è un altro. Ed è rappresentato proprio dalla grande proliferazione di punti vendita, che ormai si fanno concorrenza nello spazio di poche centinaia di metri. Tale eccesso di proposta non potrà che portare a un drastico ridimensionamento del business nel giro di qualche anno. A sopravvivere saranno le organizzazioni più efficaci, quelle meglio strutturate, quelle che avranno saputo investire nella propria franchise non solo per acquisire nuovi affiliati, ma anche e soprattutto per supportare al meglio quelli esistenti. Per le altre sarà un drastico declino, che trascinerà con sè anche gli affiliati che vi avranno riposto capitali e speranze.
Per concludere, il franchising compro oro può rappresentare ancora un’ottima prospettiva di investimento o di sviluppo professionale, a condizione che si abbia l’accortezza di scegliere adeguatamente la società franchisor e la location del punto vendita.
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Questo articolo evidenzia un punto fondamentale dell’attività dei negozi compro oro; il capitale necessario per portare a regime l’attività è generare dei guadagni. Tutto l’equivoco sui negozi compro oro nasce dalla facilità con cui si può comprare e rivendere l’oro acquistato e dall’assenza di richiesta di esperienza. In realtà nel settore dei metalli e degli oggetti preziosi, che comunemente siamo abituati a comprare in gioielleria ed oreficeria, occorre tanta esperienza e un portafoglio sostanzioso. Infatti, alcuni anni fa, nell’immaginario collettivo essere un gioielliere significava avere una status sociale considerato medio alto; se non altro per il fatto che per acquistare un campionario di oreficeria e gioielleria occorreva e occorre un certa quantità di denaro. Quindi il mercato della compravendita di preziosi è un settore di fascia medio alta, come peraltro il franchising. Allora come fare se non si hanno tutti i soldi necessari per avviare un’attività nel settore del compro oro? Si può richiedere un finanziamento pubblico nella forma dell’autoimpiego. Noi franchisor, invece, se non vogliamo che il franchising del compro oro si inflazioni, dobbiamo mettere dei paletti e fissare un corrispettivo, per usufruire dei sevizi che l’azienda ha predisposto; know-how, fornitori, clienti, assistenza commerciale ed amministrativa, mentre l’affiliato deve garantire il capitale richiesto dal franchising. In conclusione il franchising non è mai stato un settore a cui tutti possono accedere (vedi autoimpiego) e questo va a tutto beneficio dell’affiliato, basti vedere le fee d’ingresso che si pagano nei marchi della ristorazione e di altri servizi. Il franchising deve essere una garanzia di successo per l’impresa affiliata, se non è così non ha senso. Per questo motivo chi non richiede nulla non dà niente e lascia l’affiliato a se stesso, tanto vale non affiliarsi.
Vedi gli altri articolo postati su questo argomento:
https://dottorfranchising.it/fr-gen/nasce-la-linea-diretta-franchisor-franchisee
Grazie per il tuo contributo, Francesco. Approvo pienamente quanto scritto.
Grazie a voi che date la possibilità di un confronto diretto con l’affiliato, al di là del classica veste di presentazione del franchising.
Qual’è il fatturato medio ipotizzabile per un compro oro? E quali sono i margini di utile su un grammo d’oro? L’argento conviene di più o meno rispetto all’oro? Grazie
Sono molti i parametri che possono determinare il successo di un’attività commerciale, e quindi il fatturato (e, soprattutto, gli utili). Questi aspetti devono essere attentamente valutati insieme al franchisor, che a sua volta avrà raccolto tali dati tramite la sperimentazione diretta su uno o più punti pilota. Le informazioni così raccolte, unitamente al supporto di un commercialista/fiscalista, devono portare alla stesura di un business plan e di un conto economico, dove vengono per l’appunto individuati fatturato e utili riferiti al primo anno di attività e a regime. In base a tali dati emergerà la convenienza o meno dell’investimento.
Per quanto riguarda oro e argento giriamo la tua domanda a qualche franchisor che voglia cortesemente rispondere.
A presto.
Un punto, considerando un anno fiscale pieno, può fatturare circa €. 95.000 e a regime sui €.200.000 / €. 220.000. I margini di guadagno per grammo dipende dalla politica commerciale adottata dall’azienda, questa è una delle informazioni che riteniamo sostanziali ( Art.1 lettera (a ex. Legge 6 maggio 2004, n. 129 “Norme per la disciplina dell’affiliazione commerciale”). L’azienda è in grado di offrire all’affiliato sia un piano dei conti, sulla base delle rilevazioni contabili dei propri negozi, che un business plan redatto sulle caratteristiche dell’affiliato.