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Dog Sitter. Un lavoro da cani? Nient’affatto.

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dog sitter

DOG SITTER. PET SITTER. WEDDING DOG SITTER

Ci si può fare un business?

Author: Roberto Zaretti

dog sitter

Dog sitter rende bene l’idea. Anche perchè sfrutta il termine “baby sitter”, inquadrando da subito l’argomento.

Il termine definisce anche bene la professione. L’immagine del dog sitter rimanda subito alle pellicole di hollywood, dove un ragazzo aitante si fa trascinare da un’orda di cani che qualcuno gli ha dato da accudire, fino a incontrare la principessa di turno impegnata in un’attività analoga.

 

Ma come si fa a diventare dog sitter? È un’attività che rende o solo un ripiego per tempi migliori? Quali prospettive offre?

L’attività di dog sitter, meglio sarebbe definirla “pet sitter”, può essere certamente di supporto per far quadrare i conti a fine mese, ma è possibile farne una vera e propria professione, con rendimenti economici interessanti.

Cominciamo con dire che, come qualsiasi attività di questo mondo, anche quella di dog sitter non si improvvisa. Oltre a una naturale predisposizione verso gli animali e le loro esigenze, occorre formarsi (chi l’avrebbe mai detto!), se si vuole fornire un servizio professionale che possa preludere a un’attività commerciale remunerativa.

Prima di vedere gli aspetti economici e burocratici, cominciamo a definire cos’è un dog sitter, o pet sitter. Si tratta di una persona, o di un’organizzazione, che si prende cura, temporaneamente, di uno o più animali che appartengono a terzi. Naturalmente lo fa dietro compenso, che può essere stabilito con tariffa oraria o in altro modo.

Temporaneamente significa che potrebbe richiedere poche ore o intere settimane, a seconda delle esigenze del proprietario. Capita sempre più spesso che impegni di natura lavorativa, ma anche per vacanze o altro, sorga l’esigenza di far accudire il proprio animale da qualcuno di cui ci possa fidare, in maniera analoga a quanto si farebbe con un bimbo e la sua baby sitter.

Interessante anche la figura del wedding dog sitter, letteralmente “dog sitter per matrimoni”, non molto nota alle nostre latitudini e proprio per questo potenzialmente sfruttabile. Il wedding dog sitter si occupa della partecipazione canina, o comunque dell’animale di turno, al matrimonio dei padroni, in modo che possa condividere al meglio la felicità della giornata con tutte le cure del caso.

Cominciamo col dire che, dal punto di vista normativo, non esiste alcuna qualifica che possa abilitare alla professione di dog sitter, sebbene corsi di formazione in tal senso non manchino di sicuro. Eccone un paio: https://www.greendogs.it/.   https://www.emagister.it/corsi_dog_sitter-ek37748.htm

A prescindere che il dog sitter svolga la sua attività saltuariamente o in maniera sistematica, è caldamente raccomandabile la stipula di una polizza assicurativa che tuteli l’animale e gli eventuali danni a terzi che potrebbe arrecare. Su questo aspetto ci si sofferma troppo poco.

Il dog sitter, nell’esercizio della sua funzione, è responsabile di eventuali danni che l’animale potrebbe subire o arrecare, e ne risponde giuridicamente.

Come avviare l’attività? Il metodo più efficace è il passaparola. Inoltre, un cliente soddisfatto si traduce in un cliente fidelizzato, quindi, se si lavora bene e a prezzi di mercato, una volta acquisito il cliente è per sempre, e non c’è concorrenza che tenga.

Consigliabile ovviamente anche una pagina Facebook di presentazione del servizio, con un minimo di ads (pubblicità) per raggiungere un target di persone che potrebbero essere interessate. Più in generale, può tornare utile essere presenti nei gruppi social dove si parla di animali, per iniziare a farsi conoscere e creare una clientela.

Veniamo agli adempimenti fiscali. Occorre aprire una posizione IVA, e rilasciare regolare fattura (o ricevuta) al committente. A volte l’attività viene svolta in nero, ma non si tratta di una buona idea. Oltre all’evasione fiscale, c’è il problema della responsabilità civile di cui si parlava poco fa. L’assenza di un documento fiscale che attesti il tipo di prestazione, la durata, il compenso pattuito, potrebbe rivelarsi un boomerang in presenza di contenziosi.

Quanto guadagna un dog sitter? Non esiste un tariffario ufficiale. Molto dipende dalla durata del servizio. In proporzione, un servizio di poche ore prevederà una tariffa più alta rispetto a uno di più giorni. Diverso il discorso del wedding dog sitter, normalmente stabilito forfettariamente in base alle esigenze degli sposi.

Una tariffa oraria per un servizio professionale di dog sitter si aggira tra i 10 e i 15€ più IVA per ogni animale. Eventuali prestazioni per tutta la giornata, o per interi giorni, sono da valutare di volta in volta, e dipendono dal fatto che sia previsto o meno il ricovero dell’animale in una struttura attrezzata. Naturalmente, la tariffa decresce con l’aumentare del tempo richiesto per accudire l’animale.

Le eventuali spese sostenute costituiscono generalmente una voce a parte, e vengono addebitate al proprietario dell’animale dietro presentazione dei giustificativi.

A proposito di spese, o più propriamente di investimenti, con meno di 100€ è possibile acquistare una webcam da installare nella “camera” dell’animale custodito, in modo che il padrone, tramite apposita app, possa non solo vederlo in qualsiasi momento, ma anche parlargli ovunque si trovi nel mondo. Questa soluzione è molto apprezzata da chi è alla ricerca di un dog sitter, e potrebbe essere una leva che fa la differenza e su cui puntare a livello pubblicitario.

Quanto potrebbe fatturare un’attività del genere? Dipende da molti fattori, a cominciare dal tempo che si dedica all’organizzazione e ai servizi che vengono offerti. Si può pensare a un fatturato intorno ai 20.000€ l’anno per un’attività di semplice accompagnamento, a oltre 40.000€ per un servizio professionale opportunamente attrezzato.

Hai mai svolto l’attività di dog sitter? Ti sei mai servito/a di un dog sitter? Qual è la tua opinione? Scrivi qui sotto. La commenteremo insieme.

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