Coltivare Tartufi e farne un Business
4 min readColtivare Tartufi: una professione all’aria aperta.
Autore: Roberto Zaretti
Se una delle regole principali per fare business è operare in un settore dove la domanda sia superiore all’offerta, allora siamo nel posto giusto. Il tartufo è un prodotto che vanta una forte richiesta a livello internazionale, con costi in grado di garantire un reddito per un gran numero di anni.
Coltivare tartufi è possibile, e può fornire un ottimo ritorno economico, oltre che uno stile di vita in linea con il rispetto della natura.
Si è portati a pensare che i tartufi crescano spontaneamente in determinate zone d’Italia, e per certi versi è così. In realtà, pochi sanno che oltre il 90% delle tartufaie riferite al tartufo nero sono state create dall’uomo, non sono spontanee. Diverso il discorso per il tartufo bianco, più difficile da coltivare, che cresce pressoché spontaneamente in alcune zone del Piemonte.
Ma cos’è esattamente un tartufo? E come è possibile coltivare tartufi e farci un business?
Il tartufo appartiene alla famiglia delle Tuberaceae, ed esiste nelle versioni bianca e nera. Come si diceva, la prima è particolarmente presente in alcune zone del Piemonte, la seconda è tipica della zona di Norcia, ma viene coltivata praticamente in tutta Italia.
Il tartufo è un prodotto talmente richiesto che vanta un borsino ufficiale per la sua quotazione, dove gli esemplari più grossi e pregiati vengono messi all’asta raggiungendo quotazioni impensabili.
Coltivare tartufi presuppone la creazione di una tartufaia realizzata su un terreno adatto, che non presenti acidità eccessiva e che rispecchi da un punto di vista morfologico quello che è l’habitat privilegiato da questo tuberi. La buona notizia è che non necessariamente il terreno deve essere pianeggiante, rendendo quindi adattabili appezzamenti non diversamente sfruttabili con altre colture.
Con una certa approssimazione, naturalmente in relazione alla natura del terreno, possiamo dire che coltivare tartufi sia fattibile in tutta Italia, da Nord a Sud.
Una tartufaia si realizza mettendo a dimora una serie di piantine sulle quali vengono inoculate le spore dei tartufi, in modo da permettere la formazione di micorrize, un particolare tipo di associazione simbiotica tra un fungo e una pianta. Queste simbiosi consentono a due organismi di portare avanti il loro ciclo vitale traendo benefici reciproci.
La micorrizzazione viene eseguita in apposite serre da enti preposti, e le piantine ottenute vengono certificate e poste in vendita. È possibile reperirle a prezzi a partire da 10 Euro l’una. Tuttavia occorre darsi da fare e cercare accuratamente, specie presso istituzioni regionali, perché se acquistate a libero mercato possono costare anche dieci volte tanto.
La messa a dimora delle piantine micorizzate, che per lo più viene fatta in autunno, richiede uno spazio adeguato. La distanza tra un tartufo e l’altro è in relazione al grado di fertilità del terreno. Esistono diverse pubblicazioni a riguardo, così come consulenti che possono aiutare a coltivare tartufi con il giusto criterio.
Si tenga presente che un buon ritorno economico passa per la corretta messa a dimora delle piantine in un terreno che si presti alla coltivazione. Quest’ultimo deve essere preventivamente esaminato con apposite analisi, tese a verificare tutti parametri necessari, dall’esposizione al clima, dalla vegetazione presente alla composizione chimica del terreno.
Da tali valutazioni emergerà quale varietà meglio si presti all’habitat del luogo. Insomma, coltivare tartufi non vuol dire improvvisare.
Normalmente, la densità prevista è di circa 500 piante per ettaro di terreno. Stiamo parlando quindi di investire circa 5000 – 6000 Euro per l’acquisto delle piantine.
Per coltivare tartufi è poi indispensabile un impianto di irrigazione che garantisca la giusta umidità. Il tartufo infatti soffre sia la siccità sia l’eccesso di acqua.
Naturalmente, per coltivare tartufi non è sufficiente disporre di un terreno, mettere a dimora le piantine e attendere i risultati. L’attività presuppone un certo lavoro manuale da eseguire sistematicamente. Dalla potatura delle piante simbiotiche alla cura delle radici, coltivare tartufi presuppone prendersi cura di tutto per qualche anno, almeno cinque, prima di poter pensare di raccogliere il prezioso tubero.
Una volta entrata in produzione, una tartufaia può rendere per un paio di decenni, garantendo, meteo permettendo, un reddito di tutto rispetto. Difficile quantificare la cosa con precisione, in quanto il mondo del tartufo è sommerso, e gli operatori custodiscono gelosamente ogni informazione, prima tra tutte l’ubicazione delle tartufaie.
Coltivare tartufi tuttavia non è solo questione di business. Una tartufaia consente di impiantare un bosco anche in zone marginali, magari soggette a erosione, che diversamente andrebbero incolte, contribuendo in tal modo a contenere il dissesto idrogeologico tipico del Bel Paese.
Proprio in tale ottica si inquadrano i finanziamenti previsti dall’Unione Europea, finalizzati alla posa in opera di tartufaie. Alcune regioni italiane, tipicamente quelle che vantano una tradizione in tale settore (Piemonte, Marche e Umbria in testa) dispongono di procedure e normative avanzate per chi voglia coltivare tartufi e intraprendere questa attività, così come informazioni utili per accedere ai finanziamenti europei.
Per ottenere un aiuto concreto, compreso un eventuale corso per imparare l’arte di coltivare tartufi, potete rivolgervi al Centro Sperimentale per la tartuficoltura di Sant’Angelo in Vado (PU), che può assistervi materialmente e fornirvi tutte le informazioni necessarie. Lo trovate a questo link.
Un’ultima cosa: i tartufi non crescono sugli alberi. Bisogna cercarli. Niente di meglio di un buon cane con cui passeggiare nei boschi. Un cane da tartufo, tipicamente di razza lagotto, è di per sé un investimento, che può partire da 2000 Euro e spingersi a cifre impensabili, a seconda dell’addestramento e quindi della capacità dell’animale.
La buona notizia è che qualsiasi cane può essere addestrato a trovare tartufi. Il centro di Vado sopra menzionato potrà aiutarvi anche in questo.
L’idea di coltivare tartufi ti interessa? Hai già esperienza a riguardo? Vuoi aggiungere qualcosa? Stai pensando di avviare un franchising in questo settore? Commenta qui sotto. Se l’articolo ti è piaciuto condividilo sul tuo social preferito.
E’ un’ idea molto interessante perchè offre vita all’aria aperta,guadagno e contribuisce a salvaguardare il territorio del nostro paese così provato dalle numerose alluvioni.
Sarei molto interessata a fare una comtuvazione dei tartufi nella mia azienda agricola situata si
Piedi dell’Etna in Sicilia potete aiutarmi