Chi non si Forma si Ferma
4 min readFormazione continua. Solo così si cresce.
Bentornati dalle vacanze estive, lettori di DottorFranchising.
E’ tempo di ripartire, di fare programmi, di capire cosa vogliamo fare del nostro futuro. Con l’articolo di settembre facciamo il punto su quello che dovrebbe essere uno dei pilastri principali nella vita di ogni essere umano: la formazione.
“Chi non si forma si ferma”. Questo gioco di parole è utilizzato spesso da chi si occupa di formazione, e in particolare da chi fa formazione di mestiere. Non vi sono dubbi circa il fatto che sia un giudizio di parte, ma di sicuro sottolinea una verità ineluttabile. Chi smette di formarsi, o peggio ancora non comincia neppure, andrà inevitabilmente a infoltire le fila di coloro che nella società stanno a guardare, salvo poi esprimere invidia nei confronti di quanti sono riusciti a raggiungere un obiettivo concreto.
Qualcuno potrebbe pensare che debba essere la scuola istituzionale ad essere deputata a formare una persona, e che il normale percorso scolastico, magari sfociato in una laurea e in un master, assolva adeguatamente alla formazione necessaria. Ma le cose stanno davvero così?
Purtroppo no, per una serie di ragioni. Intanto perchè la grande maggioranza dei docenti e delle scuole non ha saputo adeguare programmi e contenuti alla realtà di questo particolare periodo storico. Spesso la generazione docente appartiene ancora alla vecchia guardia, quella cresciuta a stilografica e macchina da scrivere, e pur avendo subito un aggiornamento forzoso, fatto di corsi accellerati e discutibili “patenti” per l’uso del PC, ne sa meno di un ragazzino di 10 anni che viceversa con la tecnologia ci convive dai tempi del biberon.
A ciò si aggiunga che la scuola è lontana anni luce dalle reali esigenze di un’azienda e più in generale dal mondo del lavoro, e che solo una ridottissima parte di quanto appreso sui banchi di fatto si rivela di una qualche utilità nella realtà quotidiana. Eppure l’investimento formativo è enorme, sia in termini di tempo che di denaro. Uno studente che effettui un tradizionale percorso scolastico fatto di laurea e master, arriva a 30 anni senza avere nulla in mano, perché anche ammesso che riesca a trovare subito un lavoro, di fatto si troverà di fronte a una realtà diversa, quindi all’esigenza di dover imparare tutto da zero. Per non parlare dei costi.
Meglio sarebbe investire il proprio tempo in attività che possano davvero fornire una base utile su cui costruire un futuro. Un tempo si “andava a bottega”, a imparare un mestiere. Nella Firenze rinascimentale i genitori pagavano il maestro di bottega affinché accogliesse il proprio figliolo e gli insegnasse qualcosa da poter spendere sul mercato del lavoro. Oggigiorno è l’azienda a pagare l’apprendista. Il concetto di apprendistato è completamente mutato, e ha perso la sua valenza originale, quella di “rubare il mestiere” a chi lo sa fare.
Di sicuro, saper fare qualcosa, e saperlo fare bene, fa la differenza. Occorrerebbe meditare su tali aspetti quando si obbliga un figlio a frequentare un’università solo perché “un titolo di studio serve sempre” e avere un figlio dottore fa figo con parenti e amici.
La formazione necessaria nella vita, quella che tornerà utile sempre e dovunque, a scuola non si insegna. Saper parlare in pubblico, per esempio. Saper gestire e far fruttare il proprio denaro. Saper vendere. Saper cogliere la psicologia degli altri per instaurare rapporti proficui. Conoscere le tecniche di memorizzazione delle informazioni, che esistono, sono pratiche e funzionano in maniera assai più efficace della tradizionale ripetizione a memoria tipica dei percorsi scolastici tradizionali.
Su tali lacune si inseriscono gli operatori privati, che tengono corsi di formazione proprio su tali aspetti. I corsi costano, spesso anche molto. Ma costa assai di più l’ignoranza. Quindi, sarebbe una buona abitudine cominciare a programmare almeno un paio di corsi all’anno, che possano davvero insegnare qualcosa di pratico in modo da fare la differenza.
Ma la formazione non è solo corsi in aula. Esiste sulla Rete molto materiale, spesso anche gratuito, che può insegnare qualcosa di cui ignoravamo l’esistenza fino a quando ci siamo imbattuti in un link. Nel campo degli investimenti finanziari, per esempio, sarebbe opportuno informarsi preventivamente sul tal titolo o sulla tale obbligazione caldamente consigliataci dal bancario di turno. Si eviterebbero bagni di sangue, come accaduto di recente con le obbligazioni subordinate.
Anche leggere un buon libro può fare la differenza. Sarebbe buona abitudine pensare di leggerne almeno uno al mese, imparando preventivamente un sistema efficace per memorizzare le informazioni. Mai sentito parlare di mappe mentali? Ecco un link che può tornare utile. Clicca QUI
Naturalmente, studiare e basta è assolutamente inutile se poi non si agisce. Quindi la parola d’ordine è si apprendere, ma poi occorre mettere in pratica. E appena si ha imparato una nuova tecnica, occorre programmare la successiva. Questa è formazione. Questo vuol dire costruire qualcosa che possa davvero essere speso sul mercato in maniera intelligente e farci raggiungere traguardi che, viceversa, rimarranno sempre e solo a livello di sogni.
Riflettiamoci.
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