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Senior Home Care: il futuro non può attendere

6 min read

Un business consolidato e promettente: senior e home care franchising

Author: Melania

Ci sono alcuni business che hanno più successo di altri. E questo vale soprattutto nel mondo del Franchising. Ecco perché oggi parlare del Franchising dedicato a Senior e Home Care (terza età e assistenza domiciliare) è essenziale.

A livello globale, si prevede che la popolazione di età pari o superiore a 65 anni sarà di 1,5 miliardi entro il 2050, rispetto ai circa 563 milioni di adesso.

Si stima, inoltre, che la cura degli anziani non autosufficienti, solo negli Stati Uniti, valga circa 400 miliardi di dollari, e che il più delle volte gli anziani siano “anziani sul posto”, ovvero a casa invece di trasferirsi in una struttura. Secondo il CENSUS, infatti, solo il 3% circa degli anziani vive in case di cura. In concomitanza con il desiderio degli anziani di rimanere a casa con l’età, del resto, ci sono molte ragioni per l’adozione di assistenza domiciliare per anziani (familiari a distanza; costi più bassi; compagnia).

Ecco perché parlare oggi di assistenza domiciliare integrata e di Senior Care è importante.

Perché l’home caring è un business che ha un respiro ampio? Basta guardare i numeri. Negli ultimi cinque anni le concessioni di assistenza agli anziani in casa sono cresciute ad un tasso medio del 9,1% annuo. Secondo IBISWorld, ora ci sono più di 60 marchi in franchising, che combinano oltre 6.800 sedi di attività commerciali e un impiego di oltre 350.000 unità. La società di ricerca si aspetta che la crescita continui ad accelerare almeno fino al 2022.

Ma vediamo insieme quali esigenze va a coprire il settore dei Servizi alla Terza Età e dell’assistenza domiciliare integrata in senso lato – un business che riguarda gli adulti tra i 18 e i 64 anni con assistenza per disabili, assistenza familiare ad un invalido, patologie croniche come la SLA o la paraplegia, nonché persone con difficoltà di apprendimento o fisiche che potrebbero necessitare di fisioterapia domiciliare. A quale target si rivolge?

Innanzitutto, i servizi di assistenza domiciliare offrono una vasta gamma di opzioni quali:

  • Compagnia
  • Preparazione dei pasti e assistenza
  • Accompagnamento a visite
  • Assistenza nei lavori di casa e lavanderia
  • Prendersi cura di piante e animali
  • Reminder di farmaci
  • Medicazioni e terapie varie
  • Iniezioni a domicilio
  • Assistenza malati oncologici
  • Assistenza ai disabili

Ma l’assistenza domiciliare integrata come si attiva? Scopriamo insieme cosa occorre partendo da zero:

Ambito di competenza

In pratica, si tratta di aprire un’agenzia di servizi. Innanzitutto, bisogna definire la propria competenza e in che modalità è coperta dalla forza lavoro. Quali competenze si coprono? Servizi in maniera esecutiva? Assistenza anziani? Che livello di specificità si vuole coprire (ad esempio, professionisti specializzati per assistenza infermieristica domiciliare o fisioterapia domiciliare ecc.)?

Territorio concesso (specie nei franchising “vecchio stile”)

Per la maggior parte delle concessioni di assistenza a domicilio e senior, Il territorio si basa sulle statistiche demografiche relative all’area del franchisee, spesso raccolte tramite il censimento. La popolazione nel territorio concesso più spesso cade tra 200.000 e 250.000 persone. Alcuni affilianti offrono un’opzione per i franchisee per acquisire un territorio più ampio pagando una commissione.

Assicurazione e licenze

Uno dei vantaggi nell’aprire franchising nel settore dell’assistenza domiciliare e senior è che, in molti casi, il marchio in franchising che si sceglie ha già dimestichezza con le regole, i regolamenti e il contratto di assistenza domiciliare o di senior care che devono essere rispettati. Il franchising, in questo caso, è un’agevolazione delle procedure. All’interno del contratto di franchising, ci sarà una stima di quale investimento servirà per ottenere l’assicurazione iniziale e le licenze.

Entrando nello specifico, ecco cosa occorre:

  • dichiarazione di Inizio attività, obbligatoria e da presentarsi al Comune di riferimento, come abbiamo già detto sopra. 
  • Richiesta di Partita Iva (o Cooperativa, a seconda di quanto previsto dal franchisor) all’Agenzia delle Entrate. È un passaggio fondamentale specie per l’apertura di una ditta individuale. Nel caso della società, invece, occorre l’iscrizione al Registro delle Imprese.
  • Richiesta dell’autorizzazione all’Esposizione dell’insegna
  • Comunicazione al comune di Inizio Attività

Il locale

Anche se è un’agenzia di servizi, per aprirla è necessario dichiarare un locale di riferimento dove ubicare l’ufficio e che svolga il compito di sede legale, da denunciare al Comune competente compilando e consegnando gli appositi moduli dedicati. Bisogna, poi, comunicare anche l’inizio delle attività. Si dovrà, inoltre, dimostrare anche la propria moralità professionale, inviando un certificato dei carichi pendenti immacolato.

A questo punto vediamo quale capitale serve per iniziare.

I franchisor offrono stime nel loro piano marketing sulla base della loro esperienza nel creare un franchising da zero e, in alcuni casi, nello sviluppo di unità operative di successo. Tuttavia, i futuri affiliati dovrebbero ricordare che queste stime sono una cifra ipotetica. I potenziali franchisee dovrebbero rivedere le cifre presentate, tenendo conto delle loro circostanze specifiche, prima di stipulare un contratto di franchising. Una delle opzioni, dunque, è quella di scegliere un servizio di consulenza e affiancamento.
Franchising Sicuro nasce proprio con lo scopo di fornire aiuto in una soluzione economica e più efficace, perché più vicina al cliente, per evitare brutte sorprese.

Oltre alla spesa iniziale, ci sono un certo numero di spese necessarie per successo e mantenimento del business, oltre a tasse in corso specifiche per far parte del sistema. La più comune è una royalty. Le royalty sono valutate per l’uso continuato dei marchi del franchisor e dei processi brevettati.

Altre spese correnti regolari includono spese per marketing, macchinari, software, tecnologia e altro ancora. Oltre alle commissioni regolarmente valutate, le altre commissioni addebitate dai concessionari comprendono spese di revisione o costi per formazione aggiuntiva non obbligatoria.

È importante notare, dunque, che mentre molti costi correnti sono dettagliati nei documenti di avvio e nei contratti, ci sono alcuni costi inerenti alla proprietà aziendale (salari dipendenti o costi utility), che non lo sono.

Pertanto, qual è l’investimento iniziale e perché conviene?

Aprire l’attività dell’home care e del franchising rivolto all’assistenza domiciliare presenta dei vantaggi innegabili che non possono essere ignorati. Vediamo quali sono:

  1. Costo di avvio decisamente più basso rispetto agli altri franchising: si può, infatti, risparmiare dal 30% al 50% per le spese di avviamento rispetto ad altri business. Come mai? Perché si può risparmiare sul “luogo”, non avendo bisogno di aprire un locale molto grande e potendo svolgere tutto in maniera intelligente. Del resto, è un risparmio enorme che dà la possibilità di avviare un business e di entrare più facilmente in questo mercato sviluppando la propria idea imprenditoriale. Considerando le dimensioni degli uffici e il costo del personale (almeno in fase di avvio), si può ipotizzare dai 5.000 ai 35.000 € di costi di avvio. Quello che potrebbe costare di più, del resto, sono le attrezzature per le cure domiciliari e per l’assistenza speciale.
  2. Bandi e contributi a fondo perduto. Oltre ai bandi di home care INPS, esistono anche tantissimi bonus per assistenza anziani (tra i quali il bonus INPS per chi assiste un familiare), oltre a bandi regionali, nazionali ed europei che si occupano di fornire supporto economico a chi vuole aprire un franchising di Senior Care, a volte anche a fondo perduto. Tali contribuiti riguardano quelle imprese che si occupano di home care per anziani, ma anche di “animazione” per anziani in tutte le sue forme, da quelle necessarie e legate alla salute della terza età, fino a quelle attività per anziani più ricreative e legate al tempo libero.
  3. Numeri in crescita costante. Anche se c’è una Fee d’entrata e un obbligo del rispetto delle modalità gestionali ed operative che riguardano l’azienda, nonché dell’immagine del brand, dunque, al giorno d’oggi aprire una azienda di senior o home care in franchising può essere interessante, specie considerando i numeri in costante crescita già citati.

Anche se non ci sono delle statistiche univoche, è possibile affermare che i fatturati di alcune aziende TOP di senior o home care in franchising (a livello internazionale) possono raggiungere anche i 40 milioni di € annui. Tali cifre, ripartite per le ditte che hanno scelto di allinearsi nel franchising della casa madre, possono raggiungere anche i 250.000 € restando comunque considerevolmente redditizie per un business che ha costi d’avvio e gestione iniziale agevolati.

Investire nel Home e Senior Care Franchising, dunque, sembra essere una scelta vincente sia per l’imprenditore alla prima esperienza che per colui che ha già portato avanti dei business di successo. D’altra parte, le stime di crescita della popolazione interessata da questo tipo di servizi assistenziali sembra essere in costante crescita, con un aumento vertiginoso di richieste di tali cure assistenziali.

Hai mai pensato di diventare un imprenditore? Sei interessato all’Home e Senior Care Franchising? Lascia un messaggio nel commento all’articolo per ulteriori informazioni!

2 thoughts on “Senior Home Care: il futuro non può attendere

  1. Volevo aprire un centro di assistenza domiciliare a Milano in franchising
    Mi può consigliare qualcuno?
    Grazie in anticipo

    1. DF è un organo indipendente, e come tale non può suggerire nominativi. Del resto, sarebbe del tutto inutile. Non esiste alcuna garanzia che un brand noto, o che abbia avuto successo in una o più zone, possa averlo ovunque. Occorre un’attenta analisi di molteplici aspetti, ed è consigliabile farsi supportare da un consulente.

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