Dom. Ott 27th, 2024

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Assistenza Domiciliare: ottima scelta, però…

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assistenza domiciliare franchising

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Franchising assistenza domiciliare: lodevole iniziativa, a condizione che…

Questa settimana ci occupiamo di assistenza domiciliare, ovvero di uno di quei settori che uniscono la possibilità di business a una innegabile utilità sociale.

È curioso come nel franchising esistano proposte di business la cui finalità è rovinare la gente, non fatemi aggiungere altro, ne abbiamo parlato giusto qualche settimana fa, e altre che puntino invece ad assisterle nel momento del bisogno. Sempre che le cose stiano davvero così. E ora lo vediamo.

L’assistenza domiciliare, destinata agli anziani, ai diversamente abili, o comunque rivolta a chi necessita di un aiuto materiale, magari solo per andare in farmacia o al supermercato, non c’è dubbio che sia un’attività che presenta diversi vantaggi. Vediamone qualcuno:

  • aspetto economico: un’attività ben avviata consente un reddito di tutto rispetto;
  • lavoro esente da crisi e in potenziale crescita: non credo serva rispolverare le previsioni di crescita demografica del nostro Paese per rendersi conto che il bacino di utenza dell’assistenza domiciliare, in franchising o in altro modo, potrà solo crescere. Insomma, i clienti non mancano;
  • gratificazione umana prima ancora che economica: forse non tutti ritengono importante questo aspetto nel business, ma non ci sono dubbi sul fatto che poter essere di aiuto a qualcuno rappresenti una forma di gratificazione che riesce ad appagare non solo chi la riceve, ma anche chi la fornisce.
  • carenze di strutture e di servizi pubblici, falcidiati dalla “spending review” (ne trovi un esempio QUI)

Fin qui le buone intenzioni. Ora entriamoci in questa realtà, e vediamo se l’assistenza domiciliare mantiene ciò che promette o se esiste qualche zona d’ombra.

Cominciamo dagli operatori in franchising. Alcuni sono presenti da svariati anni sul mercato, e vantano ormai una copertura territoriale di tutto rispetto. Del resto, potenzialmente ogni città, ogni paese, ogni comunità grande o piccola può avere bisogno di tali servizi. Pertanto il rischio di sbagliare la location, spina nel fianco di molti progetti franchising, nel settore dell’assistenza domiciliare è decisamente ridimensionato.

Il fatto che queste franchise siano presenti da molti anni, e che peraltro ne aprano di nuove con sempre maggiore frequenza, gioca indubbiamente a favore del settore. Personalmente non so quanti dei franchising che vanno tanto di moda in questo periodo saranno ancora sul mercato tra vent’anni.

Anche le autorizzazioni necessarie per operare nel settore dell’assistenza domiciliare non sembrano particolarmente onerose. In teoria il diploma di OSS, Operatore Socio Sanitario (la vecchia ASA, per intenderci) dovrebbe essere il minimo sindacabile. In realtà, come vedremo, a volte alcuni operatori arruolati dalle varie agenzie non possiedono neppure questo attestato.

Non c’è dubbio che nell’assistenza domiciliare, come del resto accade per le attività che si rivolgano ai bambini e più in generale ai servizi alla persona, la componente caratteriale rivesta un ruolo fondamentale. Insomma, in altre parole, non è un lavoro per tutti. Pazienza, disponibilità, sensibilità sono doti innate, essenziali per questa attività. Se non si possiedono non si possono inventare, meglio pensare ad altro.

Occorre insomma domandarsi preventivamente se avere rapporti quotidiani con persone bisognose rientri nelle nostre corde oppure no. Se non lo è, probabilmente non è l’assistenza domiciliare il settore a cui rivolgersi. Questo è un punto importante. Il primo passo da compiere non è la valutazione della proposta franchising, bensì la valutazione della propria persona e dei collaboratori coinvolti. Lo si tenga presente per evitare di fare scelte che con il tempo di rivelerebbero tutt’altro che gratificanti.

Attenzione, sarà bene chiarirlo. Aprire un centro di assistenza domiciliare non vuol dire aprire una casa di riposo, per la quale, oltre alle autorizzazioni regionali, occorre personale infermieristico, medico, di catering e quant’altro. Tuttavia anche queste strutture possono rappresentare l’utenza ideale per un’agenzia di assistenza domiciliare. Per entrare in tali mercati, però, occorre la solida esperienza di un franchisor, senza la quale si rischia di naufragare nelle paludi degli appalti e della burocrazia.

Veniamo ai punti dolenti. Se da un lato occorre mostrare ammirazione per l’innegabile funzione sociale di questi servizi, dall’altra bisogna mettere in evidenza un aspetto tutt’altro che gratificante, e che si riscontra sempre più spesso: accade che gli operatori ingaggiati dalle varie agenzie in franchising, quasi sempre di tipo occasionale e a volte con un’esperienza neppure lontanamente assimilabile a quella di un operatore sociale, vengano retribuiti in maniera veramente vergognosa, al limite dello sfruttamento.

In pratica, facendo leva sul momento economico difficile, alcune agenzie di assistenza domiciliare (non tutte, naturalmente) ingaggiano il primo disperato che sul curriculum abbia scritto di avere esperienza nel settore e lo spediscono a casa della gente, pure se fino al giorno prima faceva la commessa al supermercato.

Così facendo si crea un aspetto paradossale: da un parte si offre un lodevole servizio domiciliare ad anziani e bisognosi, dall’altra si sfruttano persone altrettanto bisognose pagandole 5 Euro l’ora (si, avete letto bene) per alzare la marginalità e i profitti.

Per fortuna sono molti gli operatori seri, quindi in questo settore più che negli altri è fondamentale trovarne uno, scegliere un franchisor competente, che sia presente nell’ambito dell’assistenza domiciliare da anni, che sia in grado di replicare l’operatività e il successo di un punto vendita perché ne ha aperti a decine in tutte le zone d’Italia e sa come muoversi.
Il fatto che una catena franchising disponga di molte agenzie, inoltre, facilita all’aspirante franchisee l’opportunità di recarsi in visita e verificare come funzionano le cose.

Essenziale è la qualità dei corsi di formazione, degli affiancamenti iniziali, del supporto per trovare operatori qualificati, dei valori trasmessi dal franchisor al franchisee. Tutte queste cose devono essere chiaramente descritte nel contratto di affiliazione, onde evitare sorprese.

Da un punto di vista pratico uno degli aspetti cruciali, a cui abbiamo già accennato, è trovare operatori seri su cui poter contare. Inoltre, molto spesso l’assistenza domiciliare è offerta 24h su 24, e richiede pertanto una certa organizzazione per riuscire a coprire i vari turni, specie quelli notturni.

Per finire, occorre tenere presente che questo è uno dei settori dove il passaparola funziona di più, nel bene e nel male. E occorre tenere presente che a volte l’impegno dell’agenzia non basta. Se alle spalle c’è un franchisor disorganizzato, con scarsa esperienza, incapace di fornire il supporto nei termini qualitativi necessari, non c’è servizio che tenga.

Mai come in questa circostanza è il caso di rispolverare il nostro vecchio caro motto: fai la scelta giusta.

2 thoughts on “Assistenza Domiciliare: ottima scelta, però…

  1. Questo è un settore molto importante dato il grande numero di anziani presenti nel nostro paese e gli operatori sociali svolgono un lavoro molto utile sempre che siano ben preparati e possiedano caratteristiche caratteriali adatte al lavoro svolto. Mia suocera che è invalida ha una badante rumena molto brava e attenta, ma alcuni anni fa ne ha avuto una, sempre rumena, che la picchiava, le dava spintoni per farla cadere: inutile dire che mia suocera era terrorizzata, per fortuna la badante dopo poco tempo è andata via. Alcune persone che vengono da altri paesi non possiedono nessuna qualifica, come la persona suddetta, si adattano a fare qualsiasi lavoro pur di guadaganare, nonostante la persona sia stata segnalata da un’ agenzia che collabora con il comune.

    1. La presenza di operatori professionali, quali ad esempio le agenzie franchising che operano in questo settore, dovrebbero proprio rappresentare un filtro che garantisca all’utente la professionalità dell’operatore, la moralità e quant’altro. Purtroppo non sempre è così.
      Grazie del tuo contributo

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