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Trasferirsi alle Canarie. Forse.

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trasferirsi alle canarie

TRASFERIRSI ALLE CANARIE. COME STANNO LE COSE?

trasferirsi alle canarie

Author: Roberto Zaretti

Trasferirsi alle Canarie, ma più in generale trasferirsi all’estero, rientra nei sogni di molti italiani. Complice un costo della vita elevato, una pressione fiscale tra le più alte al mondo, la difficoltà di far quadrare i conti a fine mese, ecco che voltare pagina per ricominciare in un altro Paese appare una scelta a cui guardare.

E se fino a poco tempo fa erano soprattutto i giovani ad ambire alla prospettiva di trasferirsi alle Canarie, sta aumentando in maniera esponenziale il numero di coloro che, in età da pensione, lasciano figli e nipoti in Italia per ricominciare altrove.

Sulle Canarie si è scritto di tutto e di più. Nell’immaginario collettivo di chi mastica poco la fiscalità internazionale, queste isole sono viste come un paradiso fiscale, un paese da black list, per intenderci uno di quei posti, tipo Cayman o Panama, dove è possibile aprire un’attività a fiscalità zero ed evitare di pagare le tasse. Nulla di più falso, e lo vedremo.

Trasferirsi alle Canarie per quale ragione? Quali sono i vantaggi reali e quali i miti da sfatare? Come fare? Da dove partire? In questo articolo ci occuperemo di questi aspetti. Chi vi scrive fa il pendolare tra l’Italia e le Canarie, quindi vi parla per esperienza diretta e non per sentito dire o per averlo preso dal web.

Partiamo dai vantaggi.

Pressione fiscale: indubbiamente inferiore rispetto a quella di casa nostra (non che sia difficile trovare un Paese che abbia una pressione fiscale più bassa dell’Italia). Attenzione: questo non vuol dire che non si paghino tasse, ben inteso. Vediamo le aliquote. Si va dal 12% fino a 17.707 Euro di reddito, e si arriva al 22,58% su redditi superiori a 53.407 Euro. Al di là dei numeri, a cambiare è il meccanismo di calcolo. Gli sgravi fiscali previsti sono inimmaginabili per noi italiani: Si recuperano 300 Euro per ogni figlio che nasce, 1700 Euro se il figlio studia in una delle isole, agevolazioni per ultra sessantacinquenni, abbattimento integrale del mutuo della casa, abbattimento delle spese per spostarsi tra le isole, abbattimento delle bollette e delle spese di condominio,  e via dicendo.

Le imprese inoltre hanno forti abbattimenti fiscali se reinvestono gli utili alle Canarie, facendo girare l’economia.

Pensione più alta: una delle ragioni per cui molti pensionati se ne vanno. La minor pressione fiscale canaria implica un minor prelievo sulla pensione. Di fatto, la pensione arriva al netto delle tasse applicate in Italia, ma se il pensionato risiede alle Canarie si vede riaccreditare ogni mese la differenza di quanto pagato in più. Quindi un aumento di pensione di circa il 20%. Questa cosa potrebbe cambiare, il governo italiano ci sta pensando, ma alla data di pubblicazione di questo articolo funziona così.

Costo della vita: indubbiamente più basso del nostro, in parte dovuto all’aliquota IVA del 7% (ma non solo a quella). Basta recarsi in un supermercato (a proposito, i centri commerciali canari non hanno nulla da invidiare ai nostri, anzi) per accorgersi della differenza: la spesa di un mese la fai con 50 Euro, mentre in Italia con quei soldi ci campi una settimana. Possiamo valutare la differenza in circa il 30%, con picchi che arrivano al 50% (ad esempio sul pesce fresco).

La benzina costa meno che da noi. Alla data di oggi, un litro di verde alle Canarie costa meno di novanta centesimi, contro 1,14 da noi. Le prime volte si fa fatica a pensare di poter fare il pieno di un’utilitaria con 20 Euro, e sistematicamente se usi un self service ti ritrovi a inserire più soldi di quanti ne servono

Clima: c’è poco da fare. Alle Canarie ci sono solo due stagioni: la primavera, che va da ottobre ad aprile, con temperature tra i 25 e i 30 gradi, e l’estate, con temperature di poco più alte. Un paio di volte l’anno arriva la “Calima”, il vento caldo del deserto, e lì occorre tapparsi in casa perchè si va oltre i 40° (e a volte oltre i 50°!). Fenomeno particolarmente presente a Fuerteventura e a Lanzarote. Dura qualche giorno, poi torna tutto alla normalità.

Abbigliamento: niente cambi armadi. Pantaloncini corti e maglietta sono l’abbigliamento costante tutto l’anno. Nei mesi invernali una felpa per uscire la sera. In pratica si spende il 70% in meno per vestirsi. Niente cappotti, giubbotti, scarpe pesanti, vestiti eleganti e formali.

Ristoranti: si può spendere poco, anche 15 Euro per strafogarsi di pesce fresco, a patto che non si frequentino i ristoranti per turisti, dove i prezzi non si discostano molto dai nostri.

Ordine e pulizia: nettamente superiori ai canoni italiani. Alle Canarie non si vede immondizia o carte in giro per le strade, e la delinquenza è decisamente ridotta. I pedoni sulle strisce hanno la precedenza, e le auto rallentano già cento metri prima. Le cinture si allacciano anche ai sedili posteriori, non solo sulla carta, come da noi, ma realmente. Chi non rispetta le regole viene sanzionato, ma non in maniera vessatoria come da noi. Basti pensare (è capitato a me) che se posteggi l’auto sulle strisce blu senza esporre il biglietto, oppure scade l’orario per cui hai pagato, ti ritrovi una busta sul parabrezza. Non si tratta di una sanzione, ma l’invito a inserire nella busta il dovuto che non hai pagato e a infilarla in un’apposita fessura presente sul parchimetro. Solo se non lo fai ti arriva la sanzione. Da noi funziona un po’ diversamente…

Vicinanza con l’Italia: bastano meno di 4 ore di volo per andare o tornare dalle Canarie. Quindi trasferirsi alle Canarie non vuol dire andare a vivere dall’altra parte del mondo, come avviene per il Costarica o la Thailandia, altre mete molto gettonate.

Fin qui i vantaggi più evidenti, a cui spesso si fermano molte (non tutte) delle agenzie che gestiscono proprio il trasferimento alla Canarie. Vediamo gli aspetti negativi.

Lavoro: trovare lavoro sull’isola non è facile. L’economia canaria si basa prevalentemente sul turismo. Pensare di avviare un attività in questo settore è molto difficile, per l’enorme presenza di ristoranti, pizzerie, gelaterie e quant’altro. Per intraprendere un’attività occorre avere le idee chiare, un’idea vincente e, soprattutto, una base logistica sull’isola. Per chi cerca un lavoro dipendente, o lo si trova prima di trasferirsi o si rischia. Da evitare iniziative del tipo “comincio a trasferirmi poi si vedrà”. Se sono molti gli italiani che ogni anno ci provano e si trasferiscono, sono molti anche quelli che tornano dopo qualche mese perchè non hanno trovato nulla e hanno finito i soldi.

Affitti e acquisto di immobili: il fatto che alle Canarie si spenda poco o nulla per affittare / comprare una casa è una leggenda da sfatare. Ci sono indubbiamente zone dove è possibile spendere 300/400 Euro al mese per un piccolo appartamento, ma si tratta di zone depresse, fortemente rurali, dove uno straniero fa veramente fatica a vivere. Spesso sono zone ventose, oppure isole minori dove non c’è nulla, o ancora zone che non offrono servizi, difficili da raggiungere. Nelle zone migliori, dove la qualità di vita fa la differenza, un bungalow con una camera può arrivare a 800 Euro al mese. Per gli acquisti è la stessa cosa.

Ottenimento della residenza: se fino a qualche anno fa la residenza veniva concessa a tutti, ora non è più così. Occorre dimostrare di avere un reddito, un conto corrente, un’abitazione, e soprattutto bisogna dimostrare di risiedere davvero per almeno sei mesi su una delle isole. Le finte residenze per non pagare le tasse nel Paese di origine vengono perseguite in maniera sempre più sistematica.

Truffe: sono all’ordine del giorno, perpetrate spesso da italiani verso altri italiani. Figure che lucrano sul desiderio di trasferirisi alle Canarie, che promettono aiuti per ottenere la residenza, per aprire o rilevare un’attività commerciale, per acquistare un immobile. Ci sono agenzie serie che fanno questo mestiere, ma tra loro si annidano avventurieri da cui guardarsi. Considerato che occorre necessariamente affidarsi a qualcuno che possa espletare la parte burocratica e anche fornire un supporto logistico, occorre usare cautela e fidarsi solo di chi abbia dimostrato serietà (il passa parola sul web in questo caso è d’obbligo)

Italiani brava gente: grazie all’attività di questi loschi figuri, alle truffe messe in atto, ovviamente riprese dai media locali, l’etnia italiana, che fino a qualche anno fa era ben vista, ora è guardata con diffidenza, e non è raro incappare in persone che si rifiutano di affittare casa a italiani, così come accade spesso che le autorità preposte all’emissione di documenti siano particolarmente pignole in presenza di italiani.

Ritmi di vita: i canari non lavorano certo con i ritmi tipici del nord Italia. Inoltre, normalmente la qualità dei servizi offerti è scarsa, e disattende gli standard europei. Molto diffidenti ad avviare attività o a fare affari con italiani, per i motivi già citati.

Insomma, trasferirsi alle Canarie è possibile, e può essere veramente una soluzione di vita importante, ma occorre avere le idee chiare e affidarsi alle persone giuste. Indispensabile anche fare una prova preventiva, soggiornando per una quindicina di giorni un paio di volte l’anno, una in estate e una in inverno, per sincerarsi che piaccia davvero.

Interessante questo articolo, che fotografa la situazione in maniera obiettiva

Cosa ne pensi? Stai pensando di trasferirti alle Canarie? Lo hai già fatto? Scrivi qui sotto le tue impressioni.

4 thoughts on “Trasferirsi alle Canarie. Forse.

  1. Peccato che un intero popolo è stato sputtanato da pochi individui … Non sono parole mia ma da chi ci vive che la maggiir parte dei furfanti arriva dal SUD italia (anche se vivi a Milano ma sei di origini meridionali) come al solito sanno come farsi notare in maniera negativa e me lo ha confermato chi vivve la da molto tempoi Romano ed i Napoletani sono quelli che si comportano peggio grazie 1000 ora offendetemi pure

    1. Ho riflettuto un pò se dovevo approvare o meno questo post, e ho deciso di farlo per sentire il parere di tutti. Personalmente non condivido questa generalizzazione nord/sud, non credo sia questo il problema. Magari fosse così semplice. Basterebbe chiedere a qualcuno da dove viene e si potrebbe capire se ci si può fidare o meno. Non funziona proprio così. Purtroppo è vero che pochi individui deteriorano la reputazione di un intero popolo che meriterebbe di essere guardato con ammirazione per la propria iniziativa, creatività, arte, storia, tradizioni.

  2. Ogni paese ha i suoi “pro” e i suoi “contro”. Se ci impegnassimo anche noi in Italia, avremmo anche noi i nostri “pro”. Sarebbe bello andare via da qui e trasferirsi in un’altra città ma per chi ha già una famiglia è molto difficile.

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