Gio. Nov 14th, 2024

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Poste Private Franchising: come stanno le cose?

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poste private franchising

Poste Private Franchising: il boom del momento.

poste private franchising

Autore: Roberto Zaretti

Vi invito a fare un gioco. Prendete un foglio di carta e scrivete questo elenco. Si tratta di cinque  settori diversi di franchising.

  • 1 – Energie rinnovabili
  • 2 – Compro Oro
  • 3 – Sigarette elettroniche
  • 4 – Poste Private franchising
  • 5 – Missili Balistici

Ora staccate gli occhi dal video. Non proseguite nella lettura. Sul foglio, rispondete per iscritto a questa domanda: cos’hanno in comune i primi 4 franchising? Riuscite a individuarlo? (La risposta è nascosta all’interno dell’articolo, altrimenti sarebbe stato troppo facile).

In questi ultimi mesi si rivolgono a me parecchie persone che hanno intenzione di avviare un’attività nel settore delle poste private franchising, e che giustamente vogliono essere seguite per evitare di commettere errori e di buttare tempo e denaro in un’iniziativa che si riveli un fallimento nel giro di poco tempo.

All’ordine del giorno sono domande come queste: quanto costa aprire un’attività di poste private franchising? Rendono le poste private? Quanto si guadagna? Cosa devo fare per aprire un negozio di poste private?

Perché tutto questo interesse per le poste private? Cosa c’è sotto? È il business del momento?

Tipicamente, l’interesse per un settore viene canalizzato da due elementi: i costi troppo alti dei servizi/prodotti esistenti, la scarsa qualità degli stessi. Non c’è dubbio che il servizio postale italiano, pur con i distinguo del caso, tali aspetti li includa entrambi. A tal proposito vi rimando all’articolo scritto qualche mese fa. Lo trovate a questo link.

In presenza di servizi scadenti e di costi elevati si innesca la possibilità di inventare un business, ed ecco che le aziende vi si fiondano. Teoricamente si tratta di un beneficio collettivo. Da una parte chi voglia avviare un’attività commerciale innovativa, dall’altra chi intenda usufruire di servizi indispensabili a condizioni migliori. Insomma, ci guadagnano tutti.

Come al solito, però, tra la teoria e la pratica c’è parecchia distanza.

Punto primo: ce lo siamo detti più volte. Per poter pensare di avviare un’attività imprenditoriale, ma anche solo per pensare di spendere tempo e denaro per un business plan, occorre aspirare a un’attività che possa crescere nel tempo, fornire garanzie certe, avere una prospettiva di lungo respiro. Ciò presuppone che debba esistere una normativa chiara che regolamenti il settore, che non rischi di mutare al primo alito di vento (ed ecco la prima analogia con i franchising 1  – 2 – 3 citati all’inizio). Non è il caso delle poste private franchising, settore ancora tutto da inventare e da regolamentare.

Punto secondo: normalmente, i franchising di tendenza vengono improvvisati nel giro di qualche mese, per non perdere il treno del business (vedi buona parte delle proposte in affiliazione legate alle sigarette elettroniche). Questo comporta che la sperimentazione del franchising venga trascurata dall’affiliante, o addirittura evitata in toto. In tali circostanze sono gli affiliati a sperimentare la formula sulla propria pelle, con le conseguenze del caso.

Punto terzo: i franchising soggetti all’euforia del momento sono destinati a crescere troppo in fretta (anche due o tre punti vendita nella stessa piazza del paese, vedi i compro oro e le agenzie immobiliari) e con altrettanta rapidità a chiudere.

Alla larga dalle poste private franchising? Non necessariamente, ma ad alcune condizioni. Vediamole.

  1. se avviare un franchising vuol dire aprire bene gli occhi su ogni singolo aspetto – contratto, condizioni, vincoli, pubblicità, zona di esclusiva ecc. – aprire un’agenzia di poste private franchising vuol dire addirittura spalancarli, cioè porre in essere una serie di controlli approfonditi che ben difficilmente sono alla portata di un profano. Ergo, la presenza di un consulente franchising non è solo raccomandata, come per qualsiasi altro franchising, ma assolutamente indispensabile.
  2. Il termine poste private di per sé dice tutto e niente. Quali sono i servizi che potrò fornire alla clientela? Uno dei più redditizi è senza dubbio quello di poter pagare le bollette. Questo consente di fidelizzare il cliente, che molto probabilmente si servirà da noi anche per altre esigenze. Tuttavia occorre una speciale autorizzazione da parte della Banca d’Italia per poter operare in questo settore. Tale autorizzazione ad oggi sono veramente in pochi ad averla. La maggior parte delle poste private franchising prevede solo la gestione della corrispondenza.
  3. Quale corrispondenza? L’autorizzazione base non consente di trattare lettere, raccomandate, corrispondenza che abbia un peso inferiore a  2 Kg. Questo taglia drasticamente il business. Occorre quindi valutare quali autorizzazioni possieda l’affiliante.
  4. Quale clientela è la più interessante? Sicuramente i professionisti e le aziende, molto meno la normale utenza privata che spedisca solo auguri a Natale. Ma per convincere un avvocato o un’impresa ad abbandonare Poste Italiane e ad affidarsi a un’agenzia di poste private occorre poter offrire un servizio sicuro, conveniente, in tempi celeri, ineccepibile. Questi sono spesso i talloni d’Achille della maggior parte delle agenzie di poste private franchising. Indispensabile sondare a fondo la capillarità della distribuzione. Consigliabile chiedere un elenco di professionisti clienti, e contattarli per sentire cosa ne pensano. Occorre anche verificare la copertura sul territorio delle varie agenzie, e domandarsi come avviene la consegna nelle zone che non sono coperte.

Proprio il problema della capillarità sta facendo nascere un franchising parallelo a quello specifico. Alcune catene, che operano da anni in settori diversi ma che hanno sviluppato una notevole presenza su tutto il territorio (trasportatori, operatori della logistica, cartolibrerie ecc.) stanno implementando un servizio di poste private che si appoggia alle agenzie esistenti. Da questo punto di vista la cosa potrebbe essere interessante per chi già disponga di simili affiliazioni, compatibilmente con l’investimento richiesto.

Per concludere, se volessimo classificare le proposte di affiliazione commerciale in base al rischio, le poste private franchising si piazzerebbero senza dubbio nella top ten. Questo non vuol certo dire che sia un settore da cui tenersi alla larga, a patto che si adottino le cautele del caso e non si pretenda di fare da soli.

Probabilmente assisteremo nei prossimi mesi a un vero e proprio boom di agenzie poste private franchising, e successivamente a un drastico ridimensionamento. Avete appena scoperto la seconda analogia con i franchising elencati all’inizio dell’articolo.

A proposito: il franchising dei missili balistici non è ancora stato inventato. Forse non lo sarà mai, ma potete star sicuri circa il fatto che tra un po’ di tempo qualche altro settore di tendenza andrà ad aggiungersi all’elenco, subito dopo le poste private. Scommettiamo?

Ti servi presso un’agenzia di poste private? L’hai mai provata? Cosa ne pensi? Scrivi sotto.

6 thoughts on “Poste Private Franchising: come stanno le cose?

  1. Non mi sono mai servita delle poste private perchè svolgo più operazioni, e inoltre su alcune agenzie ho sentito notizie non proprio lusinghiere, come per es. i mancati versamenti delle bollette alle varie aziende. Certo che se i loro servizi sono limitati continueremo a servirci di Poste Italiane anche perchè in questi ultimi anni svolgono servizi bancari, anche home banking, e assicurativi e credo che in ciò siano sicuramente più affidabili rispetto alle poste franchising.

  2. salve, parlo da operatore del settore facente parte di un franchising, e quindi con cognizione di causa. Anzitutto dopo quasi un anno di apertura, posso affermare che il business è solo per i franchisor, dotazioni software scadentissimi, fatti davvero con i piedi, pagamento della posta consegnata a pochi spiccioli, che non ci paghi nemmeno il postino e se ce lo paghi non rimane nulla, quindi da qui la convenienza di consegnare non esiste, a meno che non te la consegni da solo, per guadagnare 700/800 euro ma anche che fossero mille, aprire un attivita’ per fare il postino, allora lo vado a fare come lavoro da qualcuno e festa finita. Non ci apro di certo un attivita’. Tra l’altro ci metto anche la difficolta’ di trovare gente seria che abbia fantasia di lavorare, e che si rende disponibile al momento salvo poi mollarti il tutto dopo qualche mese, magari xche’ ha trovato di meglio, con il risultato di metterti nei guai seri per il fatto di trovarti scoperto con le consegne nelle zone che ti sei impegnato a consegnare. Per quanto riguarda i clienti da trovare, il mercato è gonfio di concorrenti, che hanno una rete vastissima di consegne e di copertura, quindi se fai parte di un franchising qualunque ti devi scontrare con golia, offrendo una copertura ridicola sul territorio nazionale, salvo appoggiarti a poste italiane per le zone non coperte (l’80% circa) a cui devi applicare i prezzi postali con cui non sei concorrenziale. Per le zone coperte in ogni caso devi fare concorrenza a questi colossi che offrono e due soldi le spedizioni quindi il guadagno diventa ridicolo. Tra l’altro le consegne funzionano malissimo, spesso la posta torna indietro senza motivo, e altrettanto spesso viene consegnata piu’ lenta delle poste italiane. Insomma per quanto mi riguarda è un investimento che non rifarei, e che sconsiglio vivamente. Poi fate vobis

    1. Grazie per la tua testimonianza. Naturalmente attendiamo anche qualche commento dai franchisor del settore e da altri franchisee, per confermare o smentire questa esperienza

  3. sono titolare di una Agenzia. Personalmente, temo di avere convinto la mia famiglia a gettare soldi nel gabinetto. Il Franchising cui ho aderito non fa assolutamente niente per aiutarti a trovare clienti, non mette a disposizione un listino che sia uno, non ti fornisce informazioni sui concorrenti del settore, sulle tariffe che applicano, sui margini di guadagno che puoi avere tu…etc. Si preoccupa soltanto di addebitarti spese su spese, fare molte pressioni per farti aderire a servizi a pagamento che non hai mai richiesto, e quando riesci a trovare un cliente veramente importante, che potrebbe portare lavoro e guadagno alla tua Agenzia, lo contattano proponendogli di convenzionarsi direttamente con il Franchising, offrendo di mandare il Corriere interno a ritirare la corrispondenza direttamente in sede, così ti fregano il lavoro e si prendono tutto il guadagno. Peccato però che poi, quando il corriere in questione perde nel nulla pacchi e lettere, e il cliente chiama il Franchising per protestare, gli rispondono che “deve fare riferimento esclusivamente alla filiale competente per territorio”, cioè la mia. Cosi il cliente viene in negozio a fare le sue belle rimostranze, mi chiede dove siano finiti pacchi che io non ho mai visto, e quando chiamo il Franchising per chiederne il Tracking, mi rispondono che “si tratta di un Cliente convenzionato direttamente con la sede centrale, quindi le informazioni sulle sue spedizioni sono riservate e non le riveliamo alle Agenzie territoriali. VI riteniamo comunque personalmente responsabili della soddisfazione del Cliente e, se questi dovesse recedere dalla convenzione con la capogruppo, agiremo in sede giudiziaria contro di Voi perché ci rifondiate dei mancati incassi”
    In pratica il lavoro sporco con il singolo cittadino che manda una lettera ogni tanto lo devo fare io, i clienti importanti, che generano volumi e guadagno, come professionisti e aziende, non appena li convenziono me li portano subito via affiliandoli direttamente alla sede centrale. poi però se perdono raccomandate e pacchi le proteste del mio ex-cliente me le devo sorbire io, e se il cliente decide di servirsi da altri perché insoddisfatto del servizio della sede centrale, quest’ultima chiede i danni a me

    1. Fa male leggere queste cose. Ma sono purtroppo realtà presenti, da cui occorre cautelarsi PRIMA di firmare qualsiasi cosa. Gli strumenti ci sono. Purtroppo in Italia non si è ancora capito che prima di stipulare qualsiasi contratto occorre incaricare un consulente franchising che possa fare una radiografia della situazione. Da qualche mese è anche presente il corso Franchising Sicuro, che vi mette al riparo da brutte sorprese. Usiamolo, perchè per risparmiare poche centinaia di euro rischiamo di giocarci l’avvenire.
      Nello specifico, consiglio di documentare tutto, di conservare tutte le email intercorse tra le parti, e costruirsi prove giuridicamente valide per addivenire a un procedimento giudiziale. Ricordo che la legge 129 sul Franchising fonda i presupposti su una collaborazione corretta e leale da entrambe le parti. Se una delle due viene meno, e l’altra è in grado di dimostrarlo, si può procedere alla rescissione del contratto per colpa e alla richiesta dei danni

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