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Mercato Immobiliare: non ci siamo.

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mercato immobiliare

Mercato Immobiliare. Profondo Rosso.

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autore: Roberto Zaretti

Che il mercato immobiliare sia in crisi da tempo non è certo una novità. A pagarne lo scotto non soltanto chi lavora nel mercato immobiliare, ma anche chi negli ultimi tempi ha cercato di vendere una casa, scontrandosi con la totale assenza di richiesta.

Se è pur vero che vi sono zone in cui qualche segno di vita si intravede ancora, lo è altrettanto il fatto che buona parte delle transazioni che movimentavano il mercato immobiliare fino al 2007 sono di fatto scomparse, dissolvendo in poco tempo quello che è stato per anni uno dei settori trainanti della nostra economia. Rispetto ai primi mesi del 2008 si registra quasi un dimezzamento delle compravendite. E pare una discesa senza limiti, se si considera un sensibile arretramento anche nei confronti del 2012.

A questo link potete avere un’idea di come vanno le cose nella città di vostro interesse. LINK

Mercato immobiliare letteralmente svanito è quello delle seconde case. Da una parte la crisi, dall’altra la tassazione a livello vessatorio che colpisce questa tipologia di immobili, pensare di vendere la casa al mare o in montagna si traduce in una vera e propria illusione. Ma non è che il mercato immobiliare relativo a commerciale e industriale se la passi meglio.

Stessa solfa per il residenziale tradizionale, la prima casa per intenderci. Il venir meno dei finanziamenti da parte delle banche, decisamente più propense a curare i propri bilanci che a far muovere l’economia, relega di fatto quelle poche transazioni ancora in vita a chi disponga di un capitale consolidato, non certo a chi lo debba richiedere.

L’aspetto positivo, se proprio si vuole trovare qualcosa di buono in una tale situazione, va appannaggio di chi debba acquistare e disponga del denaro necessario. I prezzi sono indubbiamente scesi, anche se le proposte del mercato immobiliare rimangono molto spesso a prezzi irrealizzabili. In pratica, chi vende, privato o agenzia che sia, non ha ancora ben compreso che il periodo delle vacche grasse è terminato, e continua a proporre soluzioni immobiliari ai prezzi di cinque anni fa, con il risultato che la casa rimane invenduta e il mercato immobiliare fermo.

Unica isola felice sembrano essere le compravendite immobiliari in alcuni Paesi esteri, addirittura in aumento. Non si può certo parlare di una notizia positiva. Se qualche anno fa il mercato immobiliare estero era preso in considerazione dagli italiani giusto per comprarsi la casa in Spagna, o in Grecia, e trascorrerci le vacanze, ora le motivazioni sono ben diverse.

Ad acquistare è chi ha preso la difficile decisione di trasferirsi in pianta stabile in un altro paese, per l’impossibilità oggettiva di continuare a vivere in questo, considerati i problemi che ci sono (leggi pressione fiscale, mancanza di lavoro, servizi al cittadino in declino, malavita in crescita, immigrazione clandestina fuori controllo e via di questo passo).

Insomma, vivere e lavorare in Italia sta diventando sempre più difficile, e per certi versi addirittura insostenibile. Chi vi scrive ha ricevuto proprio cinque minuti fa una cartella esattoriale dall’agenzia delle entrate, la terza questo mese. Anche questa, come le altre due, si rivelerà un errore, visto che le tasse sono state pagate fino all’ultimo euro. Tuttavia ciò vorrà dire perdere tempo e pagare il commercialista affinché faccia le verifiche del caso e si occupi della pratica. Tutto ciò per scaricare sul cittadino un controllo che potrebbe essere fatto agevolmente dagli uffici preposti, uffici che invece trovano di gran lunga più comodo investire il contribuente di tale incombenza.

Pensare di andare avanti in questo modo è improponibile, e molti stanno correndo di ripari.

Ma torniamo al mercato immobiliare. Nel settore del franchising la situazione non poteva che ripercuotersi pesantemente. Molte agenzie immobiliari hanno chiuso, altre sono state convertite con proposte diverse, più specifiche, come per esempio gli affitti o gli stralci.

Un velo pietoso va steso anche sulla tassazione immobiliare, come si diceva. In Italia la casa è sempre stata una mucca da mungere, ma le cose hanno ormai raggiunto dimensioni paradossali. Sulla casa gravano balzelli di ogni specie e di ogni genere, a prescindere dal fatto che uno l’abbia acquistata piuttosto che ereditata. Tassazione tale da rendere l’acquisto, anche ammesso che uno se lo possa permettere, come uno degli investimenti peggiori che si possa pensare di fare.

Probabilmente questa affermazione sconvolgerà qualcuno, considerato che fin dai tempi della scuola agli italiani viene inculcato il concetto per cui le cose importanti nella vita sono tre: la casa di proprietà, il posto fisso e il matrimonio. Ci sarebbe molto da dire anche sulle ultime due, ma considerato che il focus dell’articolo è il mercato immobiliare, soffermiamoci sulla prima.

Se la casa un tempo poteva essere considerata un investimento sicuro, il classico bene rifugio, assimilato dall’italica mentalità a quello dei Bot e dei buoni postali, ora sarà bene cominciare a pensare diversamente, con buona pace del settore. La casa di proprietà è un centro di costo, altro che profitto. Lo è sempre stato, per la verità. Ma con la pressione fiscale a cui siamo arrivati, calcolatrice alla mano, chi disponga di capitali sarà bene che cominci a pensare di indirizzare i propri interessi altrove.

Ed ecco spiegata un’altra delle ragioni che deprimono il settore. Il mercato immobiliare ha perso per gli investitori di professione l’appeal di cui godeva fino a qualche anno fa. Ha perso quell’aurea di posto felice dove fare investimenti sicuri, dove acquistare qualcosa che potesse essere rivenduto in qualsiasi momento traendone un profitto. Se è pur vero che si possono fare buoni affari in acquisto, è altrettanto vero che il capitale rischia di rimanere immobilizzato per troppo tempo. E questo per un investitore è un vero e proprio incubo.

Così gli italiani, anche quelli che non fanno gli speculatori di mestiere, optano sempre di più per la locazione, cercando di investire diversamente i  propri risparmi (sempre che ne rimangano).

Quale sarà lo scenario per i prossimi anni? Difficile dirlo. Tuttavia, a meno di sconvolgimenti attualmente imprevedibili, per il mercato immobiliare di luci in fondo al tunnel non se ne intravedono proprio.

Se state pensando di investire in un’attività che opera sul mercato immobiliare, la parola d’ordine è “nicchia”. In pratica ricercare una nicchia di mercato e attenersi strettamente a tale ambito.

Altrimenti lasciate perdere.

Cosa ne pensi? Sei d’accordo? Hai esperienza nel mercato immobiliare? Ci lavori? Lascia il tuo commento qui sotto. 

1 thought on “Mercato Immobiliare: non ci siamo.

  1. Penso che è tutta verità oggi avere una casa significa. Essere ricattati è un vero cimitero investire in un cimitero ✌️

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