Attività in Franchising: le Domande più Frequenti
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Argomento dell’articolo: domande e risposte sulle attività in franchising
Di recente ho speso qualche ora del mio tempo per fare un giro sul web, alla ricerca di quelle che sono le domande che gli utenti formulano più spesso quando hanno in mente di avviare un’attività in franchising. Parallelamente, ho fatto una breve raccolta anche delle domande che mi vengono poste personalmente, tramite il servizio di consulenza gratuito (lo trovi qui a lato) o durante le consulenze individuali e di gruppo (corso Franchising Sicuro). Ho cercato di dare risposte quanto più chiare possibili. Le trovi qui di seguito.
Come faccio a sapere quale attività in franchising è adatta a me?
Questo è uno dei passaggi più delicati. Capita spesso che la gente avvii un’attività in franchising sull’onda della moda del momento, salvo poi accorgersi che non è adatta alle proprie attitudini. A quel punto, quando si insinua l’insoddisfazione, i risultati cominciano a declinare. Devi fare prima di tutto una fotografia della tua situazione esistenziale, quindi definire i tuoi valori e la tue attitudini e controllare che non vadano in conflitto con le modalità operative dell’attività in franchising su cui hai puntato gli occhi. Ci sono degli strumenti molto efficaci per fare questo, come ad esempio la Ruota della Vita e la Scala dei Valori. Leggi “Il libro della Vita”, scaricabile nella colonna a lato.
Quali sono i settori su cui mi conviene puntare?
Cominciamo a dire quali sono quelli su cui NON devi puntare. Tipicamente tutte le attività in franchising che stiano vivendo un momento di euforia, che stiano cavalcando una moda che, per mille ragioni, potrebbe mutare dall’oggi al domani. Puntare invece su attività in franchising consolidate, dove ci siano affiliati che operino da almeno due anni con risultati concreti.
Questo argomento è trattato nella guida “Lavorare in Franchising”, anch’essa presente nella colonna a lato.
Come faccio a valutare un contratto ed essere certo che non nasconda clausole penalizzanti o vessatorie? Non lo puoi fare, a meno che tu sia un avvocato e abbia un’esperienza specifica nelle affiliazioni commerciali (legge 129/2004). Ecco perché il contratto di un’attività in franchising deve SEMPRE essere controllato preventivamente da un legale.
Come faccio a sapere se il franchising propostomi è valido oppure no?
Il sistema più efficace è parlare con chi già ci stia lavorando da almeno due anni. Il franchisor deve fornire per legge l’elenco dei propri franchisee. Scegline cinque, in zone diverse. Fissa un appuntamento con i titolari e vacci a parlare. Attenzione alle attività in franchising aperte da meno di due anni: per esperienza posso dire che non si può avere un quadro preciso della situazione e dei risultati in un periodo inferiore a 24 mesi.
Il franchising è recente. Non ci sono altri franchisee, o ce ne sono pochi. Sarei uno dei primi. È un rischio?
Si. Non avendo una storia verificabile, il rischio di avviare un’attività in franchising con un franchisor alle prime armi è molto alto. E questo vale anche se il brand è molto noto. Di fatto, anche se esiste un punto pilota, sarai tu a sperimentare la formula, con tutte la conseguenze del caso. È pur vero che tutte le attenzioni sarebbero per te. Tuttavia questa situazione va vagliata molto bene con un consulente franchising.
Affidarsi a un marchio famoso è garanzia di qualità e certezza dei risultati?
Non necessariamente. Non sono pochi i casi in cui anche brand famosi non hanno testato adeguatamente il sistema franchising prima di proporlo al mercato. In un’attività in franchising non è solo la qualità del prodotto o del servizio a determinare il successo, ma anche e soprattutto la qualità dell’organizzazione della rete franchising. È pur vero che un’azienda che vanta anni di esperienza e un brand famoso difficilmente intende rischiare il proprio mercato con interventi improvvisati o arruolando affiliati incapaci. Questo è un punto a favore, ma non costituisce alcuna certezza.
Posso vendere la mia attività ad altri?
Si, sempre che nel contratto non ci sia qualche clausola che lo precluda (ipotesi peraltro piuttosto remota). Tipicamente, un franchisor ha sempre il diritto di prelazione, quindi sarà il primo a cui dovrai comunicare la tua intenzione di cedere l’attività in franchising. Di fatto, è piuttosto raro che si faccia carico di tale onere.
Cosa succede a fine contratto?
Anche in questo caso, occorre valutare cosa dice il contratto. I franchisor tendono a cautelarsi proprio per evitare di ritrovarsi un concorrente una volta scaduto il contratto. Quindi non è raro imbattersi in clausole che impediscano di continuare a esercitare l’attività nello stesso settore per un certo numero di anni. Se presente tale clausola, va fatta togliere.
Cosa succede se sorgono problemi con il franchisor?
I problemi di un’attività in franchising possono essere prevenuti con un colloquio costruttivo e sistematico tra franchisor e franchisee. Purtroppo questo non sempre succede. Prima di lanciarsi in cause e tribunali, cercare sempre una mediazione stragiudiziale. Il consiglio che fornisco spesso ai miei clienti, a prescindere che si tratti di avviare un’attività in franchising o tradizionale, è di prendere in considerazione una polizza assicurativa di tutela legale, che possa coprire le spese di eventuali avvocati e periti di parte. Se non dovesse servire tanto meglio, ma vi consentirà di dormire tranquilli.
Per maggiori informazioni clicca QUI.
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Se ne è parlato molte volte su questo blog, bisogna informarsi bene su tutto consultare personale competente e, molto utile, un “esame” di se stessi come consigliato sul ” Libro della vita ” appunto: devo dire che a me è stato utile anche perchè ho scoperto lati di me stessa che non conoscevo.
Buongiorno Loredana, mi fa piacere sapere che IL LIBRO DELLA VITA ti è tornato utile. Sono ormai 10 anni che applico quelle tecniche, e devo dire che sono proprio efficaci.
A presto
Buongiorno Roberto
ho un’attività in franchising nel settore della fotografia. Le cose vanno bene, noostante la crisi, al punto che sto pensando di aprirne una seconda. Leggendo l’articolo mi ritrovo in particolare in un aspetto: la pressochè totale assenza di contatti con il franchisor. Siccome le cose funzionano probabilmente questa necessità non c’è, tuttavia mi domando se sia corretta questa prassi. In pratica la spinta iniziale del franchising si è esaurita, ormai sono pienamente autonomo, e di fatto gestisco un punto vendita senza bisogno di nessuno. Mi domando quindi a cosa serva il franchising una volta che hai imparato come gestire l’attività. Spero di essere iuscito a spiegarmi. Grazie per il supporto che ci fornisci. Hai fatto un blog veramente interessante.
Benvenuto Giulio, e grazie per i complimenti
In effetti la carenza di comunicazione tra affiliante e affiliato è cronica in alcuni franchising. Il più delle volte è consolidato all’inizio del rapporto, poi va lentamente a diminuire fino, a volte, a sparire. Se qualcun altro volesse intervenire per raccontare la sua esperienza sarebbe naturalmente il benvenuto.
Scopo del franchising è anche lo sfruttamento del marchio, non solo la trasmissione del know how. Il franchising inoltre dovrebbe essere un’aggregazione di soggetti, non la sola iniziativa del singolo. Il gruppo va vissuto e sfruttato per condividere esperienze, spese, investimenti, decisioni e quant’altro. Se non lo si vive secondo quest’ottica allora è veramente il caso di pensare a un’attività tradizionale. A presto