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Storytelling: il Segreto del Successo

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Storytelling, ovvero come vendere con una storia.

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Author: Roberto Zaretti.

Qualche anno fa, in una fredda mattina di marzo, mi trovavo alla stazione centrale di Milano, in attesa del Freccia Rossa per Roma. Un treno come tanti, preso in una giornata come tante.
Non avrei potuto immaginare cosa sarebbe successo, in capo a qualche ora. E, soprattutto, non avrei mai potuto immaginare che, quella giornata, apparentemente simile a molte altre, l’avrei ricordata per il resto dei miei giorni.

Mi sistemai in uno dei posti disponibili. Sul sedile di fronte solo una donna, piuttosto avanti negli anni. Non ci feci caso. Anche perché era immersa nella lettura, ed io ero troppo addormentato per pensare di poter intavolare qualsiasi rapporto di socializzazione prima delle otto.

Il sole era già alto, e credo fossimo dalle parti di Bologna quando, alzando lo sguardo dallo smartphone, mi accorsi che la tipa stava leggendo un libro che avevo terminato giusto qualche settimana prima. Un libro del Vasari, scritto in fiorentino antico. Credo che le probabilità di incontrare una persona che abbia letto quel libro siano pari a quelle di vincere il primo premio della lotteria nazionale senza acquistare il biglietto. Improvvisamente…

Che effetto ha prodotto questo racconto, che narra di una vicenda realmente accaduta? (il seguito della storia lo trovate su www.zaretti.it , si intitola “Un viaggio in treno che non potrò mai dimenticare”)

Ha catturato almeno per un attimo la vostra attenzione? Vi siete soffermati a leggere queste righe? Probabilmente lo avete fatto. E se lo avete fatto, siete rimasti vittima dello storytelling.

Sempre più spesso si sente parlare di storytelling, ma pochi hanno realmente afferrato la forza di questo tipo di comunicazione, applicabile in qualsiasi contesto, si tratti di un curriculum piuttosto che di un ristorante, di un libero professionista o di un artista.

Prima di valutarne le potenzialità e di vedere come applicare questa strategia alla propria realtà, qualunque essa sia, spendiamo due parole sul fenomeno storytelling. Di cosa si tratta?

In pratica è l’arte di raccontare una storia, e di farlo in maniera talmente coinvolgente che il lettore possa immedesimarsi nel racconto, e farlo proprio. Spesso non ce ne accorgiamo, ma di questa strategia fanno largo uso i politici, la pubblicità, il marketing più in generale.

Fateci caso: ogni volta che in un seminario, in una pubblicità, in un qualsiasi contesto qualcuno comincia a raccontare una storia, l’attenzione del pubblico viene immediatamente catalizzata, creando di fatto un canale privilegiato all’interno del quale, con apposite tecniche, può essere veicolato il messaggio principale.

Di storytelling si sente parlare sempre più spesso, ma non si tratta affatto di una tecnica recente. I grandi leader, da Gesù Cristo a Maometto, da Socrate a Cicerone, veicolavano quasi sempre i propri messaggi all’interno di una storia, sotto forma di metafora, di aneddoto, o più semplicemente raccontando di un fatto accaduto, di un’esperienza di vita.

Ognuno di noi, magari senza rendersene conto, ha sperimentato la comunicazione con storytelling chissà quante volte nella vita. Quando abbiamo narrato una favola a un bambino, o raccontato un episodio accaduto a un gruppo di amici. Qualunque comunicazione che preveda una storia coinvolgente cattura immediatamente l’attenzione dell’uditorio, sia essa espressa in forma orale piuttosto che scritta o narrata in video.

Lo storytelling non si improvvisa. Per certi versi può essere assimilato a una vera e propria arte, una sorta di promiscuità tra la scrittura e la sceneggiatura. Arte per anni confinata agli sceneggiatori di film e commedie, a scrittori e drammaturghi.

Attualmente la figura dello storyteller, colui o colei che fa storytelling per professione, è molto ricercata in ambito marketing, e rappresenta a tutti gli effetti una professione su cui puntare con ragionevole prospettiva di un futuro concreto.

E non si pensi che lo storytelling riguardi solo il mondo del marketing: anche le aziende, le istituzioni, le realtà locali, gli enti di beneficenza, i ristoranti e via dicendo fanno abbondante uso di tale tecnica. E non solo sul web. Anche i media tradizionali ormai poggiano la propria comunicazione su tale presupposto. Ma anche chi intende scrivere un curriculum efficace, che si differenzi dai tanti assolutamente anonimi che le aziende ricevono ogni giorno.

Una comunicazione efficace, basata sul concetto di storytelling, presuppone un attento studio del tipo di comunicazione che si intende trasmettere e del target che deve raggiungere. La narrazione deve essere fluida e coinvolgente.

Cosa serve per diventare un esperto di storytelling?

Cominciamo con dire che, pur essendo ormai spuntati come funghi corsi online e tradizionali, di fatto non esiste ancora un percorso formativo ufficiale che faccia riferimento allo storytelling. Cominciano però a comparire i primi master, come ad esempio quello tenuto dallo IULM di Milano (www.iulm.it)

Ovviamente, uno dei presupposti per fare dello storytelling una professione remunerativa presuppone una buona cultura di base, nonché una certa predisposizione alla comunicazione e alla socializzazione. Anche la lettura di un buon libro può servire a salire il primo gradino verso una professione così interessante. Ne trovate parecchi sugli store online, come ad esempio Amazon (www.amazon.it). Digitate il termine “storytelling” e date un’occhiata.

A di là del percorso formativo, per il quale uno dei sistemi più efficaci rimane quello di ispirarsi a un mentore, e magari farsi seguire per i primi tempi, i requisiti per riuscire a ottenere una comunicazione efficace, a prescindere dai media su cui dovrà comparire, sono:

  1. progettare la strategia, che includa conoscere approfonditamente il target da raggiungere, le abitudini, le aspirazioni, i problemi, in modo da cucire una comunicazione in cui l’utente possa riconoscersi
  2. costruire il messaggio, utilizzando un linguaggio tarato sul tipo di target da raggiungere, che possa essere credibile, efficace, meglio se basato su una storia vera.
  3. immedesimare l’utente nella storia, facendogli “vedere” le immagini anche se non ci sono, facendogli “sentire” i suoni circostanti anche se non ci sono, facendolo emozionare per la storia del protagonista come fosse la propria. In sostanza, sapere creare una storia che faccia vibrare le corde dei “visivi”, degli “auditivi” e dei “cinestesici”. Insomma, di tutti.

Se pensate di possedere i requisiti che abbiamo visto, e desiderate puntare su una professione che offra realmente una potenzialità enorme, o magari siete semplicemente di fronte alla necessità di convertire un lavoro che non vi piace, o un titolo di studio che non porta da nessuna parte, lo storytelling potrebbe fare al caso vostro.

Perchè non approfondire il discorso?

Anche tu ritieni che l’attenzione venga catturata in maniera molto più efficace con una storia piuttosto che con una comunicazione tradizionale? Ti è mai capitato di acquistare qualcosa sulla scia di una storia che ti è stata raccontata o che hai letto da qualche parte? Scrivi qui sotto la tua opinione.

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